Il "J'accuse" della comunità Lgbtq per il Ddl Zan: "Ci condannano a morte. Conosciamo i colpevoli"

Luce INTERNO

Ci state condannando a morte e sappiamo chi sono i responsabili”, concludono

Oggi non stiamo prendendo parola solo per noi, ma sicuramente è sulle nostre vite e sui nostri diritti che si sta decidendo senza ascoltarci!

Decine di attivisti Lgbtq in un video pubblico hanno rivolto il loro “J’accuse” ai senatori della Repubblica italiana, colpevoli di aver fatto entrare nel dibattito sul Ddl Zan la propaganda politica, inquinandolo con “menzogne e disinformazione”. (Luce)

Ne parlano anche altre testate

Io ho fatto il sindaco e venivo chiamata sindaca – ha concluso la Faggi -. Se il Signore ci avesse voluto così molteplici, così diversi, avrebbe fatto in modo che da soli potessimo cambiare il nostro sesso e il nostro modo di fare. (Lecco Notizie)

Una materia delicata e importante sul piano della concezione dell’uomo quale viene proposta dal ddl Zan meritava, forse, miglior sensibilità culturale senza ridurlo a motivo di contesa ideologica. Il ddl Zan è un banco di verifica su una materia sempre considerata delicata dai cattolici. (Tiscali Notizie)

Dicevo sempre ‘no, sindaco’ perché non è un ruolo di genere, è un ruolo di testa e di cuore e sarà sempre così" Aiutarci, questo va bene, ma non andare oltre quello che ci è stato consentito, perché altrimenti perderemo il concetto di essere umano. (Fanpage.it)

"Le insidie per far fallire il ddl Zan sono tante – prosegue Luxuria - Anche nella scuola, dove abolire il comma 7 della Legge sulla Buona Scuola e sull’autonomia scolastica farebbe sì che nessun insegnante sarebbe obbligato a parlare di diversità di genere. (Adnkronos)