Trudeau si dimette, crisi politica in Canada

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ESTERI

Il primo ministro canadese, Justin Trudeau, ha annunciato oggi le sue dimissioni come leader del Partito Liberale, carica che ha ricoperto dal 2013. La decisione arriva in un momento di profonda crisi per il suo governo di minoranza, aggravata dall'uscita del partito NDP, che lo sosteneva esternamente, e dalle dimissioni della vice premier e ministra delle finanze, Chrystia Freeland, in disaccordo sulla risposta del governo alla minaccia di dazi imposta dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump.

Trudeau, che ha compiuto 53 anni il giorno di Natale, ha guidato il Canada per quasi un decennio, attraversando alti e bassi. Tuttavia, la sua popolarità è diminuita negli ultimi anni, portandolo a tentare un rimpasto di governo nel tentativo di risolvere le tensioni interne. Nonostante gli sforzi, il premier è stato costretto a lasciare il 6 gennaio, annunciando che i lavori del Parlamento canadese saranno sospesi fino al 24 marzo.

Le dimissioni di Trudeau rappresentano una doccia gelata per il Paese, che quest'anno assume la presidenza del G7. La crisi politica è stata ulteriormente esacerbata dalle faide interne al Partito Liberale e dalle pressioni esterne, in particolare quelle provenienti dagli Stati Uniti. Trump, che non ha mai nascosto il suo disprezzo per Trudeau, ha colto l'occasione per deridere il premier canadese, chiamandolo "governatore" e auspicando che il Canada diventi il 51° Stato degli USA.

Due donne sono ora in pole position per succedere a Trudeau: Mélanie Joly e Chrystia Freeland. Quest'ultima, nonostante le dimissioni dal governo, rimane una figura di spicco all'interno del partito e potrebbe rappresentare una scelta di continuità per i liberali.