Kamala Harris è più "cool" di Trump. Il sondaggio delle curiosità sui candidati Usa
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Un singolare sondaggio condotto da YouGov ha chiesto agli americani come la pensano sui due candidati presidenti riguardo situazioni di vita comune completamente slegate dalla politica. Secondo gli intervistati, Harris batterebbe Trump in sedici delle venti situazioni ipotizzate (Sky Tg24 )
Ne parlano anche altre fonti
La campagna elettorale per le elezioni presidenziali negli Stati Uniti ha visto una ripresa significativa del Partito democratico nelle ultime settimane. Dopo che il presidente Joe Biden ha deciso di ritirarsi dalla corsa e è stata indicata al suo posto la vicepresidente Kamala Harris quale candidata per il partito democratico, Donald Trump, inizialmente in vantaggio, si è trovato in difficoltà. (WIRED Italia)
Nelle ultime ore non è però passato inosservato un cambio di registro nelle comunicazioni ufficiali della vice presidente e dei suoi collaboratori. Non è finita sinché non è finita. (il Giornale)
«Addio per sempre, brat summer», ha twittato Charli XCX, la popstar che ha dato un nome all’entusiasmo dei giovani per l’ingresso di Kamala Harris nella corsa per la Casa Bianca (anche se resta da vedere quanti di questi giovani effettivamente voteranno). (Corriere della Sera)
Negli Stati Uniti le elezioni non si vincono ottenendo la maggioranza dei voti come nella maggior parte dei Paesi al mondo, ma ottenendo almeno 270 “grandi elettori” su 538. I cosiddetti “grandi elettori” sono persone delegate a votare per uno dei candidati alla presidenza e compongono un collegio elettorale speciale che ha il compito, per l’appunto, di eleggere il presidente e il vicepresidente degli Stati Uniti. (Pagella Politica)
D’altro canto a suo tempo la scelta di Kamala Harris per la Vicepresidenza era giunta non per i particolari meriti della Senatrice, ma solo come conseguenza di una combo imbattibile contro ogni accusa nell’era post coloniale MeToo essendo la Harris donna, asiatica e nera: una candidatura che più di qualcuno ha voluto ascrivere al surrettizio tentativo, andato a buon fine, di rivincita dopo la sconfitta di Hillary Clinton, nonché una forma di riappropriazione del genere femminile dopo che i Repubblicani avevano tentato di far eleggere a loro volta una donna vice presidente nel ticket con John McCain: Sarah Palin, la Governatrice dell’Alaska e uno dei volti del Tea Party. (GLI STATI GENERALI)
«Se diamo un’occhiata a come l’economia ha influenzato le precedenti elezioni - ha scritto tre giorni fa il team di analisti che monitora la campagna presidenziale per il Washington Post - possiamo vedere che quando essa migliora, il candidato del partito in carica fa meglio. (Corriere del Ticino)