David di Donatello 2025, il cinema italiano celebra sé stesso tra stelle internazionali e riconoscimenti

Articolo Precedente

precedente
Articolo Successivo

successivo

Redazione Cultura e Spettacolo Redazione Cultura e Spettacolo   -   La 70esima edizione dei David di Donatello, andata in onda dallo Studio 5 di Cinecittà – luogo simbolo del cinema italiano, legato indissolubilmente alla memoria di Federico Fellini – ha confermato il suo ruolo di evento cardine per la settima arte nel Paese. Nonostante un contesto economico e produttivo complesso, la cerimonia ha mantenuto intatto il suo prestigio, offrendo una vetrina a registi, attori e maestranze che hanno segnato l’ultimo anno cinematografico.

Tra i volti più attesi sul red carpet, quello di Timothée Chalamet, accompagnato da Kylie Jenner, ha catalizzato l’attenzione dei media, mentre Monica Bellucci ha scelto un look anticonformista con cravatta, distinguendosi per eleganza e personalità. A sorprendere, però, è stata Tecla Insolia, la cui presenza è stata giudicata tra le più raffinate della serata. Lo stile dominante? Linee pulite, tonalità prevalentemente nere, con qualche concessione all’oro e una netta predominanza di Armani.

La serata, condotta da Mika ed Elena Sofia Ricci, si è aperta con un omaggio del cantante al cinema italiano, esibendosi con We Are Golden accompagnato da una coreografia studiata. La Ricci, citando le parole di Papa Francesco, ha sottolineato il valore del cinema come strumento per "sognare nuove versioni del mondo", ribadendo così il ruolo sociale dell’arte.

Sul fronte dei premi, mentre Vermiglio si è aggiudicato il riconoscimento per la migliore sceneggiatura originale, il derby tra Parthenope di Paolo Sorrentino e Berlinguer – La grande ambizione di Andrea Segre, entrambi candidati in quindici categorie, ha tenuto banco. A contendere loro il podio, L’arte della gioia di Valeria Golino, che con quattordici nomination si è confermata tra le favorite.