Sondaggi: calano FdI e Lega, crescono Fi, Pd, Azione e sinistra

Il Fatto Quotidiano INTERNO

Cala – per la prima volta da settimane – il dato di Fratelli d’Italia, che perde 0,8 punti percentuali restando su un comunque ragguardevole 24,2%.

Mentre guadagna lo 0,5% il Partito democratico, che tallona il partito di Giorgia Meloni al 23,7%.

Nel complesso quindi la coalizione di centrodestra arretra dello 0,8% e si assesta al 43,7%, una percentuale che se confermata le garantirebbe la maggioranza assoluta del prossimo Parlamento. (Il Fatto Quotidiano)

Su altri media

Tornando al campo largo, sembra giovare dell’accordo con Letta Azione/+Europa, che guadagna un punto e mezzo e ottiene il suo record al 6%. Il Pd è il primo partito, ma alle elezioni politiche del 25 settembre non basterà: il centrodestra resta la coalizione da battere, con un netto vantaggio sull’alleanza di centrosinistra. (Money.it)

I sondaggi considerati sono stati realizzati dagli istituti Demopolis (data di pubblicazione: 25 luglio), Demos (4 agosto), EMG (27 luglio), Euromedia (26 luglio), Ipsos (30 luglio), Noto (30 luglio), Piepoli (26 luglio), Quorum (25 luglio e 1° agosto), Tecnè (23 e 30 luglio) e SWG (25 luglio e 1° agosto). (YouTrend)

Ma per vincere le elezioni del 25 settembre il centrosinistra ha bisogno del campo largo, il vecchio sogno (irrealizzabile) di Letta. Certo è che il campo largo è il grande rimpianto del leader dem: con 5 Stelle e Renzi, la coalizione arriverebbe al 47,3% (Fanpage.it)

Stando allo scenario figurato da BiDiMedia è Fdi di Giorgia Meloni a inseguire in questo caso, a tallonare con il suo 24,3%. Il Partito Democratico, fresco dell’alleanza con Azione/+Europa dell’ex ministro allo Sviluppo Economico Carlo Calenda, raggiunge il 24,5%. (Il Riformista)

Il Movimento 5 Stelle, in solitaria, otterrebbe il 10,9%, Italia Viva il 2,2% Anche se Letta riaprisse ai 5 Stelle. (Fanpage.it)

Il partito di Matteo Renzi è stimato al 2,8% (+0,3 rispetto a maggio), così come Italexit di Gianluigi Paragone (al 2,7%). Rimane l’incognita degli indecisi e dell’affluenza, aspetti che potrebbero mutare in maniera considerevole il quadro disegnato dai sondaggi (Il Fatto Quotidiano)