Basket, è ufficiale: Torino resta in serie A2

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Lo ha deciso l’assemblea di Legabasket che si è riunita in mattinata.

Lo ha deciso l’assemblea di Legabasket che si è riunita in mattinata.

Torino resta comunque in pole position per un eventuale ripescaggio. Niente serie A per Basket Torino Reale Mutua.

Torino che, nella delibera del 15 maggio era stata invitata come diciottesima (poi Pistoia ha optato per autoretrocedersi), resterà pertanto in A2.

Il prossimo campionato quindi vedrà al via 16 squadre. (PistoiaSport)

Se ne è parlato anche su altri media

"Oggi l'assemblea ha deciso di modificare la precedente delibera stabilendo un format a 16 squadre per il campionato 2020/2021 - ha spiegato il presidente Umberto Gandini -, mentre la Supercoppa sarà a 16 squadre, divise in 4 gironi da 4 squadre su base territoriale con successiva Final Four, forse a Bologna". (Tuttosport)

Quindi ai primi di agosto la serie A potrebbe avere bisogno di recuperare Torino (che non può muoversi sul mercato senza sapere quale campionato farà) o in caso di due rinunce ridursi ancora e presentare solo 14 squadre al via. (L'Unione Sarda.it)

Il secondo, ancor più importante, è un nuovo criterio di organizzazione dei campionati, basato su un sistema di licenze. Se si vuole salvare il basket e più in generale gli sport di squadra minori, in Italia, è forse questa l'unica via. (La Repubblica)

Dopo l'autoretrocessione di Pistoia, restano in bilico le posizioni di Roma e Cremona. Torino, al momento in A2, diventa prima riserva. Gli stati generali della pallacanestro italiana di serie A, riuniti in assemblea straordinaria, hanno deciso: il prossimo campionato si giocherà a 16 squadre. (Sky Sport)

Le fondamenta sono buone: preferibile ripartire da cose sicure. E chi non ha le forze per iscriversi meglio lo dica subito. Il nuovo format a sedici squadre è la fotografia, cinica e forse addirittura generosa, della fragile stagione che attraversa il basket italiano. (La Gazzetta dello Sport)

Il budget fa tanto, ma a volte puoi colmare le differenze con la qualità del lavoro". Nessuno ha detto "non mi iscrivo", altrimenti non avremmo avuto bisogno di integrare Torino". (la Repubblica)