Cerimonia dei David, Mattarella: «Bisogna aiutare il cinema». E Geppi Cucciari punge Giuli: «I suoi discorsi si leggono meglio al contrario»

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La premiazione dei David di Donatello (alle 21.40 su Raiuno) ha il consueto prologo con i candidati ai premi che vengono annunciati al Quirinale, prologo molto mosso e a tratti irrituale, per niente istituzionale. In testa Berlinguer-La grande ambizione di Andrea Segre e Parthenope di Paolo Sorrentino. Ci sono momenti di tensione quando prende la parola il ministro della Cultura Alessandro Giuli, accolto dall’espressione grave di molti attori e registi. (Corriere della Sera)

Ne parlano anche altri giornali

Dopo la conferenza stampa del ministro della cultura, l'attore ha attaccato duramente l'operato del ministero nei confronti del cinema italiano (movieplayer.it)

Maurizio Crozza ci parla della panetteria identificata dalle forze dell'ordine per aver esposto uno striscione antifascista in occasione del 25 aprile mentre Geppi Cucciari lancia una frecciata al ministro Giuli e la Littizzetto e Saverio Raimondo commentano i cardinali del Conclave: tra "red carpet" e passioni alcoliche. (Mediaset Infinity)

Prima al Quirinale, per incontrare Mattarella e poi sul palco dei David di Donatello a Roma: sembra un unico grido quello che si alza dai candidati e dai vincitori degli Oscar italiani che ripetono senza sosta e senza sconti "Salviamo il cinema". (ELLE)

"Il cinema italiano è in crisi e una grossa responsabilità è del ministro della Cultura", disse Elio Germano, star dell'ultimo film di Daniele Luchetti, costato 6 milioni di euro, di cui a metà ministeriali, e che ne ha incassato uno e mezzo (il Giornale)

"È esistita una cultura di sinistra oggettivamente potente, coerente, organica, il Gramscismo lo hanno saputo interpretare bene, su questo bisogna dargliene atto. Ora non c'è più il potere risp… (HuffPost Italia)

E loro hanno scelto il potere . "È esistita una cultura di sinistra oggettivamente potente, coerente, organica", ha detto il ministro della Cultura Alessandro Giuli, parlando a Firenze all’incontro di FdI sulla cultura e ha aggiunto: "C’è stata anche una progressiva erosione di questa cultura di sinistra, dal momento in cui ha cominciato a generarsi il divorzio tra il consenso e il potere. (la Repubblica)