Coronavirus, la lista dei codici Ateco. Chi può stare aperto e chi no

Energia Oltre INTERNO

Il decreto del governo è stato poi firmato dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella ed entra in vigore a far data da oggi 26 marzo 2020.

Sono le novità scaturite dall’intesa tra Governo e sindacati sulle modifiche all’elenco delle attività produttive considerate indispensabili per il Paese, che possono continuare a rimanere aperte nel corso dell’emergenza coronavirus.

LA CONSEGNA A DOMICILIO DEI PRODOTTI. (Energia Oltre)

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del 26/03/2020. Dopo una lunga trattativa con i sindacati, che contestavano l’eccessiva numerosità delle attività lavorative ammesse a proseguire, il Ministero dello Sviluppo Economico ha modificato l’elenco delle attività di cui all’allegato 1 del DPCM 22/03/2020, sostituendolo con l’allegato 1 del Decreto Mise del 25 marzo 2020 , che qui pubblichiamo. (Fiscoetasse)

I nuovi comparti per cui scatterà la chiusura dovranno sospendere l’attività da sabato 28 marzo, compresa la spedizione della merce in giacenza. Il consigliere economico del Mef, Leonardi: in attività la metà dei lavoratori dipendenti. (Startmag Web magazine)

Le imprese dovrebbero cercare di applicare le norme ricordando che, al momento, tutto quello che non è essenziale deve essere fermato. Instabilità che ha travolto anche i codici Ateco, approvati domenica sera (dopo un lungo negoziato, durante il quale tanti codici sono entrati papi ed usciti cardinali) e già cambiati, modificati e integrati mercoledì. (Open)

La lista delle attività che possono continuare a lavorare: i nuovi codici ateco in pdf e word. Ecco in dettaglio, codice per codice, tutte le attività produttive che possono rimanere aperte durante l’emergenza coronavirus: nell’elenco vengono riportati prima i codici ateco e poi la descrizione. (Il Reporter)

. . – ROMA, 24 MAR – “Alcune imprese stanno cambiando il loro codice Ateco per poter continuare a produrre. Non è possibile consentire la produzione al 100% di quelle imprese che lavorano al 5% per aziende ritenute essenziali. (Libertà)

Il primo passo è di mettersi a lavorare sull'elenco delle attività essenziali e su quelle che ad oggi possono fermarsi per qualche giorno". Il rischio è che tutte le aziende che hanno un minimo collegamento con attività consentite chiedano comunque di produrre al 100%. (Tiscali.it)