Chi è Emma Ruzzon, la studentessa che difende la libertà davanti a Mattarella

DireDonna INTERNO

Le sue parole sono risuonate forti e decise e ad ascoltarla, seduti nella storica stanza, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e la presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati.

Giovanissima Emma Ruzzon, ha solo 22 anni ed è iscritta all’università dal 2019.

Un discorso, quello della 22, preciso e ficcante sul quale Sergio Mattarella, intervenuto alla fine, ha osservato: “La libertà non è divisibile, perché essa si ottiene pienamente soltanto se ne godono anche gli altri. (DireDonna)

Su altre fonti

Poco o nulla Ruzzon ha detto sulla storia dell'Ateneo, sulla lotta per la libertà che studenti come lei hanno portato avanti, anche a spese della propria vita. Il discorso della presidente del consiglio degli studenti, Emma Ruzzon, è stato duro. (ilgazzettino.it)

Così Emma Ruzzon, presidente del Consiglio delle Studentesse e degli Studenti dell'Università di Padova, a proposito del ddl zan. Alla cerimonia era presente anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella (Corriere TV)

Tutto ciò spinge a non chiudere gli occhi, a impegnarsi a riaffermare il diritto internazionale. Dobbiamo rimanere "uniti nella difesa della libertà e della democrazia. (Oggi Treviso)

"Ottocento anni fa un gruppo di professori e studenti ha costituito a Padova un nuovo polo di sapere e conoscenza, una precisa scelta valoriale e metodologica riassunta nel motto 'universa universis patavina libertas', tutta intera, per tutti, la libertà nell'università di Padova". (il Dolomiti)

Per le sue parole, pronunciate durante l’inaugurazione dell’ottocentesimo anno accademico dell’ateneo di Padova, Emma Ruzzon è diventata in poche ore la studentessa più popolare in Italia: il suo intervento, e in particolare l’attacco ai senatori che sei mesi fa applaudirono all’affossamento del ddl Zan, è diventato virale sui social, venendo ripreso anche da tv e giornali (Il Mattino di Padova)

Però mi chiedo se si possa circoscrivere il concetto di libertà accademica alla sola libertà formale, giuridica e politica di istruirsi e fare ricerca. Forse no, se scienza e ricerca continuano ad essere subalterne a dinamiche di profitto che niente hanno a che vedere con la ricerca stessa». (Corriere della Sera)