Baby Gang indagato dopo una videochiamata con un detenuto: perquisizione a Calolziocorte

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Redazione Interno Redazione Interno   -   Non è la prima volta che Mouhib Zaccaria, in arte Baby Gang, finisce nel mirino della giustizia. Il trapper 24enne, già noto per precedenti vicende giudiziarie, è stato raggiunto da una perquisizione nella sua abitazione di Calolziocorte (Lecco) dagli agenti della Squadra Mobile, coordinati con i colleghi di Catania. L’operazione, eseguita nella notte del 4 maggio, ha portato al sequestro del suo smartphone, che sarà sottoposto a esame forense.

L’inchiesta, avviata dalla Procura di Catania, riguarda una presunta telefonata illegale avvenuta durante il One Day Music Festival, tenutosi il primo maggio alla Plaia. Secondo le indagini, il rapper avrebbe effettuato una videochiamata in diretta con un detenuto, Niko Pandetta, già condannato per reati legati alla criminalità organizzata. Un episodio che ha spinto gli investigatori a ipotizzare il reato di concorso in accesso indebito a dispositivi di comunicazione da parte di detenuti, aggravato dal favoreggiamento alla mafia.

A complicare la posizione di Zaccaria, c’è anche l’accusa di aver violato la misura di prevenzione della sorveglianza speciale, imposta in passato per altri procedimenti. Intanto, la Procura etnea gli ha notificato un foglio di via obbligatorio: per i prossimi quattro anni non potrà fare ritorno a Catania.