Il primo suicidio assistito in Italia, le nuove misure anti-COVID in arrivo e le altre notizie della giornata

Radio Popolare INTERNO

Le prossime ore saranno decisive per le nuove misure anti-COVID al vaglio del governo, ma c’è ancora molto da definire.

La terza dose a 5 mesi dalla prima: si parte già domani. E da domani sarà possibile fare la terza dose a cinque mesi dal completamento del primo ciclo vaccinale, dunque della seconda dose

Via libera al primo suicidio assistito in Italia. Per la prima volta in Italia, sulla base della sentenza di 3 anni fa della Consulta sul caso di dj Fabo, un uomo potrà ricorrere al suicidio assistito in Italia. (Radio Popolare)

Se ne è parlato anche su altre testate

Secondo l'assessore ci sono delle "questioni tecniche da sciogliere" che fanno sì che la Regione Marche (e quindi l'Asur, Azienda Sanitaria Unica Regionale) non possa intervenire nel caso di Mario, il tetraplegico che ha chiesto accesso al suicidio assistito. (Il Resto del Carlino)

«I medici italiani devono formarsi su come dare il giusto aiuto al suicidio; in Italia non abbiamo persone formate come in Svizzera, Olanda, Belgio e negli Stati Uniti, dove da anni esistono leggi sul fine vita». (La Stampa)

242/2019 che indica le condizioni di non punibilità dell'aiuto al suicidio assistito. «Questa decisione ha permesso di restituire la dignità ad una persona mettendola nelle condizioni di interrompere la propria sofferenza per una condizione di vita che ritiene disumana» (Udine Today)

Fu una pronuncia cauta per un verso, e per l’altro dirompente. Con la sentenza 242 del 2019 la Corte costituzionale si pronunciò sul suicidio assistito, dopo aver inutilmente atteso che il parlamento si occupasse in un modo o nell’altro della questione. (Il Manifesto)

Per dare massimo risalto ai bandi relativi agli incentivi già esistenti e fornire degli spunti per poter accedere ai finanziamenti disponibili, il Comune assieme ad Afol metropolitana organizza il workshop “Opportunità per le aziende per re-agire”. (MI-LORENTEGGIO.COM.)

Ma un compito cioè potrebbe più adeguatamente essere svolto da un comitato tecnico (medico-legale) che verifichi la sussistenza delle condizioni prescritte. Un comitato di etica potrebbe essere più correttamente essere coinvolto in una consultazione previa alla decisione del paziente» (Il Messaggero)