Il coronavirus può entrare nel cervello passando dal naso. Lo studio tedesco

L'HuffPost SALUTE

Questi risultati possono aiutare a spiegare alcuni dei sintomi neurologici osservati nei pazienti COVID-19 e possono informare la diagnosi e le misure per prevenire l’infezione.

Sebbene recenti ricerche abbiano descritto la presenza di RNA virale nel cervello e nel liquido cerebrospinale, non è chiaro dove entri il virus e come si distribuisca all’interno del cervello.

I più alti livelli di RNA virale sono stati trovati nella mucosa olfattiva. (L'HuffPost)

La notizia riportata su altri media

L’amministrazione comunale ha concordato con l’Asp di proseguire la collaborazione, offrendo a tutti i dipendenti comunali la possibilità del tampone rapido volontario al drive-in della Fiera del Mediterraneo. (askanews)

E quindi proporre linee guida semplici e chiare a ospedali, studi medici, locali pubblici e altri ambienti simili”, avverte la ricercatrice Cnr-Isac. “Robusti risultati di laboratorio dimostrano come la trasmissione del virus, in ambienti privi di radiazione solare, sia favorita da condizioni secche e fredde. (askanews)

L'età media della popolazione in Asia è di 31 anni, rispetto ai 42 anni in Europa e ai 35 in Nord America. Quindi resterebbe predominante il fattore dell'età media della popolazione, «molto più alta in Italia e in generale in Europa». (TrentoToday)

Un tedesco che vive in zona, tra Treviri e Saarburg, e che stando alle primissime indagini non si era mai fatto notare come possibile soggetto pericoloso. n chilometro di orrore e sangue nel pieno centro dell'antica città di Treviri. (Yahoo Notizie)

Diversamente, i cittadini potranno valutare se effettuare il tampone nelle strutture pubbliche e, così come avviene già nelle farmacie, di far trasmettere l'esito della positività dell'esame al medico di medicina generale e al dipartimento di prevenzione per la presa in carico del paziente e, quindi a spese del sistema sanitario regionale. (Umbria Notizie Web)

E quindi proporre linee guida semplici e chiare a ospedali, studi medici, locali pubblici e altri ambienti simili”, avverte la ricercatrice Cnr-Isac. Il rischio, insomma, varia drasticamente con le dimensioni di tali particelle di aerosol. (Stretto web)