Scuola, i precari protestano ma Valditara si autoassolve

Scuola, i precari protestano ma Valditara si autoassolve
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il manifesto INTERNO

A pochi giorni dall’inizio delle lezioni, la scuola si ritrova con la consueta quota di posti vacanti: 250 mila, secondo i sindacati, tra docenti e Ata (il personale amministrativo). A danno della continuità didattica degli alunni e della qualità della vita dei precari, costretti a un eterno gioco dell’oca tra concorsi, algoritmi e corsi di abilitazione a pagamento a fronte di uno stipendio già basso di suo e percepito, quando va bene, solo 8/9 mesi l’anno. (il manifesto)

Se ne è parlato anche su altre testate

I docenti dei concorsi Pnrr hanno raccolto, in tutta Italia, 12.000 firme firme in 48 ore. E’ stato inviato un documento alle organizzazioni sindacali e ai parlamentari. Adesioni e rivendicazioni anche da parte dei professori sardi, di chi ha già concluso le prove ed è risultato idoneo. (Cagliaripad.it)

«I posti vacanti potrebbero essere in gran parte coperti ricorrendo alle graduatorie dei concorsi banditi negli scorsi anni, in particolare dai Governi a cui ha partecipato il Partito Democratico”. (Casteddu Online)

Antonella Gorrino, insegnante, pedagogista e formatrice del Centro PsicoPedagogico per l’educazione e la gestione dei conflitti (CPP), ha espresso preoccupazioni profonde riguardo a questa situazione, a partire dai concorsi che dovrebbero rappresentare il principale strumento di accesso alla professione insegnante, ma che spesso si rivelano inadeguati. (Tuttoscuola)

Protesta degli insegnanti precari

«In Sardegna il 20% dei docenti sarà precario, una percentuale che arriva al 50% tra gli insegnanti di sostegno. In queste condizioni, è impensabile che la scuola possa funzionare e rappresentare un vero investimento per il futuro del Paese». (L'Unione Sarda.it)

Scuola, Valditara: "Precarietà docenti polemiche strumentali" 03 settembre 2024 (Il Sole 24 ORE)

Concorso a cattedra: “Ho superato lo scritto, ma oggi non mi presenterò all’orale per protesta. Ecco perché”. INTERVISTA a Paolo Badalì Di (Orizzonte Scuola)