Cristina Pesenti farmacista di Novara: «Ci chiedono l impossibile, rispondiamo con pazienza»»

Vanity Fair Italia INTERNO

«Quando il Ministero della Salute e Federfarma ci hanno impartito le regole igieniche da usare le abbiamo applicate subito.

È il decimo giorno di fila, senza interruzione, che la dottoressa e proprietaria della farmacia novarese lavora, il weekend scorso era di turno.

Siamo rimasti in due a dover fare tutto, mio marito, ingegnere e project manager, ci ha aiutato con le consegne».

All’inizio accettavamo le prenotazioni delle mascherine, ma poi in un giorno ci siamo trovare 800 richieste, non era gestibile e abbiamo mollato». (Vanity Fair Italia)

Su altre fonti

Una di queste iniziative è stata realizzata per facilitare l’accesso al farmaco, con l’avvio in Puglia e in tutte le altre regioni, della ricetta elettronica dematerializzata. “Purtroppo – coninua Brescia – in occasione di questa epidemia da Covid19, diffusasi in maniera così rapida e generalizzata, le Farmacie hanno avuto enormi problemi nell’approvvigionarsi dei dispositivi di protezione individuale. (La ringhiera)

I farmacisti collaboratori costituiscono, attualmente, i 2/3 della categoria professionale. Tutelate la nostra salute, la salute delle nostre famiglie, la salute degli stessi clienti che potrebbero contagiarsi se uno solo di noi fosse positivo. (anteprima24.it)

«A nome di tutte le farmacie – scrive Annarosa Racca, presidente di Federfarma Lombardia -, porgo le più sentite condoglianze alla famiglia di Raffaele Corbellini, stimato farmacista e collega. Un secondo farmacista, oltre ad un numero non meglio precisato di altri operatori passati a miglior vita nei giorni scorsi, è rimasto vittima del coronavirus. (http://farmaciavirtuale.it/)

«Siamo dei sanitari anche noi — prosegue Raciti — e la farmacia è la prima linea a cui si rivolge la gente». Il giorno dopo altre decine di pazienti, soprattutto da Nembro, si sono presentate da noi con febbre alta e congiuntivite». (Corriere Bergamo - Corriere della Sera)

"Professionisti che, come i colleghi dell'ospedale, temono per se', per le proprie famiglie e per tutte le persone con cui entrano in contatto ogni giorno. (ITALPRESS). (Tiscali.it)

«Sì siamo in trincea ma restiamo qui fin quando finirà e oltre. Sono giorni davvero mai visti prima: i nostri pazienti vengono col giornale sotto braccio, passano a ritirare i farmaci, fanno una piccola spesa e poi vanno a casa». (Il Messaggero)