Il 2025 non è solo l’anno di Trump

Il 2025 non è solo l’anno di Trump
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Corriere del Ticino ESTERI

Il 2025 viene considerato da tutti l’anno di Donald Trump. Il suo contributo sarà sicuramente rilevante per mettere fine alla guerra in Ucraina e forse anche nel Vicino Oriente, è meno certo che risulterà altrettanto positivo per l’economia statunitense. Il presidente eletto mira a far approvare il più rapidamente possibile il suo progetto di tagli fiscali e ciò provocherà un ulteriore peggioramento dei conti pubblici americani. (Corriere del Ticino)

Ne parlano anche altre testate

L’Europa si prepara a vivere un’ecatombe economica come non se ne vedevano dai tempi della crisi del 2007-2008, e il ritorno di Trump alla Casa Bianca rischia di essere l’innesco perfetto. Non è tanto per i dazi sull’Europa in sé – che pure faranno male – ma per il devastante effetto domino che ne deriverà. (L'HuffPost)

L’anno appena trascorso ha segnato uno spartiacque rispetto al passato. A ciò si aggiungano gli effetti del crescente divario tra i tassi di crescita anche all’interno dei sistemi economici tradizionali e dell’esplosione della crisi del settore dell’automotive, che sta mettendo in ginocchio l’Europa. (ilmessaggero.it)

Cosa dobbiamo aspettarci dal prossimo anno e la politica economica di Trump è un problema? Dopo un 2024 positivo, secondo Paul Donovan, chief economist di Ubs Global Wealth Management, anche il 2025 inizia sotto una buona stella, nonostante l’incertezza geopolitica e l’arrivo di Donald Trump alla presidenza Usa. (la Repubblica)

Trump partirà subito col turbo

Trump adottò un approccio spesso conflittuale con l’Unione Europea, considerata un concorrente economico. Questa posizione creò tensioni con governi europei, in particolare con la Germania di Angela Merkel, ma trovò anche consenso in alcuni settori, dove si riteneva giusto un maggiore equilibrio nei costi della sicurezza comune. (Gazzetta Sarda)

Potenzialmente critico il rapporto del tycoon con Elon Musk: «Entrambi hanno personalità forti», e divergenze vi possono essere sulle politiche, a partire da quelle sugli investimenti in Cina. (Italia Oggi)

Intanto Trump, che si insedierà il 20 gennaio, lancia una serie di segnali nell'ambito della geopolitica. Si parla del pericolo censura, di controllo sociale, di "nuovi oligarchi del web", ma nessuno pose il problema quando Meta (la società che possiede Whatsapp, Facebook e Instagram) faceva censura durante l'Era Biden. (ByoBlu)