Afghanistan, i talebani disperdono un corteo di protesta delle donne a Kabul

LaPresse ESTERI

Circa 40 persone hanno marciato attraverso la capitale chiedendo diritti, prima che i talebani disperdessero la protesta sparando in aria. I talebani hanno disperso un corteo di donne che manifestava a Kabul un anno dopo la presa del potere da parte del gruppo militante in Afghanistan.

I combattenti hanno sequestrato i loro telefoni cellulari.

Circa 40 donne hanno marciato attraverso la capitale afghana chiedendo diritti, prima che i talebani disperdessero la protesta sparando in aria. (LaPresse)

La notizia riportata su altre testate

Le manifestanti, sventolavano uno striscione con su scritto: “Il 15 agosto è una giornata nera”, riferendosi alla data dell’ascesa al potere dei talebani nel 2021. La coraggiosa manifestazione di protesta nella quale le donne rivendicavano i diritti all’istruzione e al lavoro, è stata 5 minuti dopo l’inizio del corteo dispersa da raffiche di kalashnikov sparate in aria dalle milizie talebane. (Radio RTM Modica)

I nuovi contagi sono 19.457, altri 78 morti. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Mentre su Twitter l’Ong Afghan Peace Watch ha denunciato il ferimento di alcune manifestanti durante la repressione della protesta «Siamo intrappolate in una farmacia, ci siamo chiuse qui dentro», ha detto una delle partecipanti in un video visionato dall’agenzia Dpa. (Open)

I talebani schiacciano le proteste per il diritto allo studio, milioni di adolescenti rimangono fuori dalle scuole: «Pensano solo a imporre il velo non al futuro del Paese». filippo rossi (La Stampa)

Ieri a Kabul pestaggi e spari di kalashnikov in aria contro la protesta delle donne: «Lavoro e libertà». Il 15 agosto 2021 i Talebani tornavano al potere dopo 20 anni di fallimenti occidentali. (Il Manifesto)

E' di due feriti il bilancio provvisorio dell'esplosione avvertita a Kabul nei pressi del quartiere a maggioranza sciita di Dasht-e-Barchi. La deflagrazione è stata causata da una mina che era stata attaccata a una motocicletta lasciata di fronte all'entrata di un ufficio che rilasciava documenti di identità. (La Stampa)