Quanti rimpianti. Ds, il grande sogno Sartori



Articolo Precedente
Articolo Successivo
La vittoria del Milan contro l’Udinese ha rappresentato, per una volta, l’antitesi di quanto visto finora in questa stagione: equilibrio, controllo, assenza di rischi e, soprattutto, zero gol subiti. Un successo netto, quello firmato da Leao, Pavlovic, Theo Hernandez e Reijnders, che però alimenta domande più che risposte. Perché una squadra capace di prestazioni simili si ritrova a lottare per un piazzamento di metà classifica, lontana dai piani alti dove avrebbe potuto ambire?
Quella di Udine è stata una partita gestita con freddezza, lontana dalle incertezze che hanno caratterizzato altri match. Sergio Conceiçao, dopo le critiche seguite alle prove contro Napoli e Fiorentina, ha trovato una risposta immediata, dimostrando che il cambiamento – quando ben calibrato – può portare a miglioramenti concreti. Come sottolineato da Franco Ordine sul Corriere dello Sport, "non sempre cambiare equivale a migliorare, ma per migliorare bisogna cambiare". E il Milan, almeno per una sera, ha mostrato di aver compreso la lezione.
Se da un lato l’attacco ha funzionato con fluidità, dall’altro la difesa ha finalmente evitato gli errori grossolani che troppo spesso hanno regalato gol agli avversari. Carlos Passerini, sulle pagine del Corriere della Sera, ha evidenziato proprio questo aspetto: "Mi ha convinto la tenuta difensiva, anche se va rivista contro squadre più forti". Theo Hernandez e Jimenez, pur efficaci in fase offensiva, devono ancora dimostrare solidità quando si tratta di ripiegare.