Coronavirus, Alitalia chiede nuova cigs per 4 mila dipendenti

Il Messaggero ECONOMIA

«Respingiamo ogni ipotesi di cassa integrazione per circa 4 mila lavoratori», avverte il segretario nazionale della Filt Cgil Fabrizio Cuscito definendo questi numeri «assolutamente inaccettabili e immotivati nonostante il coronavirus».

Il bando potrebbe prevedere la vendita tramite spezzatino (dei tre asset, volo, manutenzione e handling) oppure un lotto unico.

L'emergenza legata all'epidemia arrivata dalla Cina ha infatti portato l'azienda a prendere in considerazione questa incertezza nella nuova procedura di cigs: con il risultato che la nuova cassa, che durerà altri 7 mesi, coinvolgerà quasi 4 mila dipendenti. (Il Messaggero)

Su altri giornali

Numeri che saranno comunque oggetto di trattativa. na nuova procedura di cassa integrazione straordinaria per quasi 4 mila dipendenti Alitalia che tiene conto anche dell'emergenza coronavirus. (La Gazzetta del Mezzogiorno)

Alitalia avrebbe chiesto altri sette mesi di cassa integrazione per 4 mila dipendenti, dal 24 marzo al 31 ottobre. Il coronavirus sta causando pesanti problemi non solo alla popolazione allarmata ma anche alle aziende e al settore turistico italiano. (Investire Oggi)

(Teleborsa) - Non nasconde lail, a proposito delladal Commissario straordinario didi estendere laL'emergenzaha acuito evidentemente le difficoltà della compagnia aerea, al pari degli altri vettori, incidendo su una situazione di per se' complessa. (Il Messaggero)

C’è l’Alitalia che prova ad approfittare del coronavirus per mettere in cassa integrazione ben 4 mila persone. Nel mondo del lavoro, non c’è solo la novità positiva delle aziende italiane che, finalmente, stanno scoprendo i vantaggi dello smart working. (Il Fatto Quotidiano)

A comunicarlo alle RSU è stata la stessa azienda che ha comunicato anche il ricorso alla cassa integrazione per le giornate di lunedì 2 marzo e martedì 3 marzo per tutti i dipendenti degli stabilimenti della Sangemini e dell’Amerino. (Terni in rete)

Tornando all’asta, come detto dovrebbe prevedere la vendita mediante spezzatino dei rami d’azienda oppure in un blocco unico. La Commissione Ue ha avviato un’indagine sul nuovo prestito ponte da 400 milioni per accertare se si tratta di aiuti di Stato. (Il Messaggero)