Piacenza, il primario accusato di violenze sessuali: l’ufficio sigillato e le indagini

Articolo Precedente

precedente
Articolo Successivo

successivo
INTERNO

La porta dell’ufficio di Emanuele Michieletti, primario di radiologia all’ospedale Guglielmo da Saliceto di Piacenza, è stata sigillata. Quello che un tempo era il suo spazio di lavoro, nel seminterrato della struttura, è ora trattato come una scena del crimine. Gli inquirenti, coordinati dal procuratore capo Grazia Pradella, hanno piazzato una telecamera nell’intercapedine del sistema di condizionamento, documentando quello che accadeva oltre quella soglia. Le immagini raccolte hanno confermato quanto emerso dalle testimonianze: Michieletti, medico stimato e rispettato, avrebbe approfittato della sua posizione per compiere abusi e molestie sulle colleghe.

Secondo la Questura, gli atti sessuali sarebbero avvenuti con "quasi tutte le donne" del reparto, molte delle quali sarebbero state chiamate nel suo ufficio tramite l’altoparlante. Quello che i colleghi maschi interpretavano come un segno di "successo" – il continuo viavai di infermiere e dottoresse – nascondeva invece una realtà ben più oscura. Alcune vittime, come emerso dalle indagini, avrebbero subito anche atti persecutori, con il primario che avrebbe esercitato pressioni psicologiche e minacce implicite, sfruttando il proprio ruolo e le proprie "conoscenze".

La direttrice generale dell’Ausl, Paola Bardasi, ha espresso gratitudine verso la dottoressa che per prima ha sporto denuncia, rompendo il muro di silenzio. "Come donna, apprendere questa vicenda è stato particolarmente doloroso", ha dichiarato, sottolineando l’importanza di un gesto che ha permesso l’avvio delle indagini. Michieletti, arrestato e posto ai domiciliari, è stato licenziato dall’ospedale. Le accuse a suo carico includono violenza sessuale aggravata e stalking, con il medico che avrebbe agito indisturbato per anni, approfittando della propria autorità.