Monopattini elettrici illegali: sequestrate pagine sul web

Virgilio Motori ECONOMIA

Girare a bordo di un monopattino elettrico con sellino, per esempio, potrebbe significare ricevere una multa anche superiore ai 1.000 euro

La Procura di Milano ha infatti indagato su dei mezzi illegali, sequestrando delle pagine sia su eBay che su Amazon, perché si occupavano della distribuzione di monopattini elettrici non conformi alla normativa vigente.

Se un monopattino elettrico ha il sellino, allora deve essere equiparato per legge a un ciclomotore e devono applicarsi le norme corrispondenti, ovvero immatricolazione, casco e assicurazione. (Virgilio Motori)

Su altri giornali

Grazie alla volontà della publica administrationis dell’epoca, vennero dotati di velocipede elettrico a due ruote”. Una scommessa a due ruote. (BlogSicilia.it)

Costo del servizio: 1 euro per lo sblocco del mezzo e 0,18 centesimi al minuto. Anche a Marsala adesso i monopattini Segway di ultima generazione si possono noleggiare con una semplice App. (Itaca Notizie)

E se da una parte è vero, per il giudice, che l’acquirente dovrebbe conoscere la normativa, «la materia è nuova e complessa» e «le indicazioni offerte dal venditore» tendono a fuorviarlo. «Possono circolare solo sulle strade urbane con un limite di velocità di 50 chilometri orari e sulle strade extraurbane solo se sia presente una pista ciclabile». (La Stampa)

Entrambe sono state accompagnate in ospedale per ulteriori accertamenti. Sul luogo dell'incidente è intervenuta la polizia municipale per i rilievi del caso (LivornoToday)

In base all’attuale normativa, si legge nel decreto di sequestro firmato dal gip Guido Salvini, i monopattini elettrici non devono superare una velocità massima 25 chilometri orari. In pratica, evidenzia ancora il gip Salvini, “non può bastare etichettare un mezzo come monopattino per eludere tutte le norme previste per la categoria di veicoli a cui è invece riconducibile” (IL GIORNO)

L’indagine ipotizza il reato di tentata frode in commercio nei confronti di ignoti perché i pm Maura Ripamonti e Eugenia Biancamaria Baj Macario, con il coordinamento dell’aggiunto Eugenio Fusco, ritengono che i reati siano ipotizzabili solo a carico dei venditori, che non sono stati ancora identificati, e non dei giganti dell’e-commerce che si limitano a mettere a disposizione le loro piattaforme. (Corriere della Sera)