Vini d'Italia, ecco i pugliesi che hanno ottenuto 26 bicchieri. L'elenco completo
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La vendemmia 2024 in Puglia si è rivelata ricca di sfide, con un clima estremamente caldo e la siccità che ha costretto a un raccolto anticipato di circa una settimana rispetto al solito. Nonostante le difficoltà climatiche e fitosanitarie, il risultato finale premia chi ha saputo coltivare i vigneti nelle giuste posizioni, gestendo al meglio la vigna e valorizzando le piante più vecchie. Le rese sono state inferiori rispetto al passato, ma la qualità dei vini ottenuti varia dal soddisfacente all’ottimo. (Corriere della Sera)
La notizia riportata su altri giornali
Quattro storie esemplari, quella di Terra dei Re, Donato D’Angelo, Cantine del Notaio ed Elena Fucci, dove gli ingredienti del successo, a partire dalla professionalità degli operatori, ci sono tutti, dove gli investimenti vengono continuamente rinnovati, e si sente. (Sassilive.it)
“La moltitudine dei vitigni, perlopiù autoctoni o che comunque si sono perfettamente adattati ai suoli dell’Isola, è incredibile – spiegano dal gambero Rosso – . Ma è ancor più incredibile la diversità di suoli, di altitudini, di microclimi che troviamo se percorriamo la regione. (SardiniaPost)
– Il mito racconta che Dioniso (Bacco per tutti) abbia creato il vino strizzando nelle mani un grappolo di uva matura e raccogliendone il succo in una coppa dorata. Almeno a vedere 34 i vini della Lombardia che hanno ottenuto i "Tre Bicchieri", il massimo riconoscimento assegnato dalla guida "Vini d'Italia 2025" del Gambero Rosso. (IL GIORNO)
Tuttavia, esistono soluzioni alternative che permettono di bypassare questi vincoli senza infrangere la legge. In questo articolo, vedremo quali sono questi metodi, come funzionano e cosa bisogna ricordare per evitare problemi futuri. (InformazioneOggi.it)
Continuano le anticipazioni sui Tre Bicchieri 2025. (Vinodabere)
Come si legge sul sito della guida «da una prima analisi dei risultati molto confortanti che riguardano la Calabria del vino sono diversi i dati che saltano all’occhio. Il primo riguarda sicuramente i vini dolci, quelli che i critici amano chiamare, rifacendosi al grande Veronelli, “vini da meditazione». (LaC news24)