L'editoriale di Biden sull'assalto al Congresso: «La democrazia non è mai garantita»
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Fedele a un vecchio motto, «la storia la scrivono i vincitori», Donald Trump sta riscrivendo la storia dell’attacco al Congresso del 6 gennaio 2021. Non solo assolve sé stesso da ogni responsabilità per gli atti eversivi dei quali è accusato e per i quali è sotto processo (anche se ora è tutto congelato dalla sentenza della Corte Suprema sull’irresponsabilità dei presidenti durante il loro mandato) ma si accinge anche a perdonare i suoi supporter condannati per aver invaso il tempio della democrazia: non golpismo ma manifestazione di passione politica brutalmente repressa da un potere che Trump continua a descrivere – contro ogni evidenza – come illegittimo. (Corriere della Sera)
Su altre testate
Coloro che non hanno vissuto quella violenza potrebbero avere l’impressione che il 6 gennaio 2021 appartenga al passato. Io no. (la Repubblica)
A dodici giorni esatti dalla nascita di Gesù nella grotta di Betlemme, il 6 gennaio, tre uomini saggi, potenti e di età diverse - il giovane, l’adulto e l’anziano - con i loro doni: l’oro, il simbolo della regalità; l’incenso, l’espressione della purezza rivolta al divino e la mirra legata alla passione ovvero alla sofferenza che sublima la morte si prostrarono dinanzi alla speranza di un mondo nuovo che portasse la salvezza. (La Gazzetta del Mezzogiorno)
«Non va dimenticato o riscritto, fu vera minaccia». Con queste parole il presidente uscente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha ricordato con un editoriale sul Washington Post l'assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021 quando i fan di Donald Trump tentarono di bloccare la proclamazione parlamentare della vittoria dei democratici sui repubblicani. (Avvenire)
Alcuni, scrive fra gli altri il New York Times, si sono pentiti delle loro azioni. Tutti, a loro modo, e con gravità differenti, hanno minato un fondamento della democrazia statunitense: il trasferimento, pacifico, del potere. (Corriere del Ticino)
Per l’insurrezione del 6 gennaio 2021 il Dipartimento Giustizia ha incriminato 1’583 persone, 1’100 sono state condannate, 667 incarcerate, alcune indagini e molti processi sono ancora in corso. “Abbiamo fatto, in fondo, il nostro lavoro, quello che il nostro giuramento ci imponeva - dice al Telegiornale RSI -. (RSI)
Che fine hanno fatto gli assalitori del Congresso? Il New York Times è andato a cercarl… (la Repubblica)