«È un depistaggio», perché la famiglia di Liliana Resinovich non crede alla frattura per errore: «Vogliono coprire qualcosa di grande»

Articolo Precedente
Articolo Successivo
«Liliana è stata brutalmente picchiata e uccisa», questa la posizione ribadita a "Chi l'ha visto?" dalla cugina della 63enne trovata morta a gennaio 2022. Nei giorni scorsi un tecnico anatomico si era autoaccusato di aver causato per errore la frattura alla vertebra della 63enne. Ma per il professor Fineschi sarebbe «fantascienza» «Queste cose servono solo a depistare, temo ci sia qualcosa di più grande e segreto che si vuole coprire». (Open)
La notizia riportata su altre testate
Se quello che sostiene «fosse vero, avrebbe avuto l'obbligo di segnalare immediatamente questo grave episodio che si è verificato mentre veniva eseguito un accertamento richiesto dalla Procura per un possibile reato di omicidio». (Il Gazzettino)
Una frattura che aveva destato sospetti nella seconda perizia e che aveva contribuito a indirizzare il caso da possibile suicidio a presunto omicidio. Il tecnico anatomopatologo Giacomo Molinari che ha effettuato la prima autopsia, sostiene di aver provocato la rottura di una vertebra. (Leggo.it)
Chiede a Il di Trieste di eliminare i condizionali quando parla della questione. Afferma di non avere dubbi. Si chiama Giacomo Molinari il preparatore anatomico che l’11 gennaio 2022 ha assistito il medico legale Fulvio Costantinides nella prima autopsia su Liliana Resinovich, la donna scomparsa da Trieste il 14 dicembre 2021 e ritrovata morta tre settimane più tardi nel boschetto dell’ex ospedale psichiatrico giuliano. (il Giornale)

E' la dura accusa di Sergio Resinovich, fratello di Liliana, che annuncia una richiesta alla "Azienda Ospedaliera per mandar via questo soggetto". Se quello che sostiene "fosse vero, avrebbe avuto l'obbligo di segnalare immediatamente questo grave episodio che si è verificato mentre veniva eseguito un accertamento richiesto dalla Procura per un possibile reato di omicidio". (Tiscali Notizie)
Una dura accusa quella di Sergio Resinovich che non si dà per vinto e dice che invierà una richiesta alla «Azienda Ospedaliera per mandar via questo soggetto». Secondo Sergio Resinovich, fratello della donna triestina di 63 anni, scomparsa il 14 dicembre 2021 e trovata morta il 5 gennaio 2022, il tecnico anatomopatologo, che da giorni sostiene di essere il responsabile della frattura della donna, è un «fantoccio pericoloso e va licenziato». (Il Messaggero)
Non segnalata dalla prima Tac, spuntata fuori all’autopsia e poi diventata il cuore di una spirale in cui si mescolano sospetti, confessioni improvvise e dietrologie. T2, per la precisione. (Mowmag.com)