I dazi di Trump segnano la fine di Temu e Shein? Cosa succederà ai marchi cinesi low-cost

I dazi di Trump segnano la fine di Temu e Shein? Cosa succederà ai marchi cinesi low-cost
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Fanpage.it ESTERI

L'America di Donald Trump dichiara guerra allo shopping online di prodotti cinesi low-cost: a partire da oggi ha introdotto dei dazi doganali del 10% a tutte le importazioni provenienti dalla Cina. Cosa significa per gli e-commerce come Temu e Shein? (Fanpage.it)

Ne parlano anche altre testate

Roma, 6 feb. – La Cina deve “rafforzare la fiducia” e “trasformare la pressione in motivazione”. (Agenzia askanews)

La politica su dazi posta dagli Stati Uniti contro la Cina aumenterà i prezzi anche per i consumatori americani. Lo ha fatto sapere il ministero del Commercio di Pechino. Gli Stati Uniti hanno recentemente imposto una tariffa del 10% sui prodotti cinesi esportati negli Stati Uniti e hanno modificato la politica di esenzione fiscale sui pacchi di piccolo valore. (Liberoquotidiano.it)

Il servizio postale degli Stati Uniti (USPS) ha annunciato che a partire dal 5 febbraio, non accetterà più pacchi provenienti dalla Cina e da Hong Kong «fino a nuovo avviso». Le poste americane hanno giustificato la decisione alla luce della guerra commerciale tra Washington e Pechino iniziata dal presidente degli Usa Donald Trump con l’imposizione dei dazi del 10% sui prodotti cinesi. (Open)

Trump dichiara guerra ai pacchi dalla Cina, le Poste americane vanno in tilt

Il giorno dopo l'entrata in vigore dei nuovi dazi sulle importazioni cinesi introdotti negli Stati Uniti dal presidente Donald Trump, i corrieri americani hanno iniziato ad addebitare costi più alti ai clienti nel paese. (WIRED Italia)

Forse semplicistica ma abbastanza verosimile la situazione internazionale sul caso dazi. Farebbe sorridere se nel mezzo non ci fossero interessi per miliardi che di fatto coinvolgono tutti quanti. (il Giornale)

E in particolare gli acquisti di abiti a bassissimo costo prodotti dai colossi cinesi della “moda istantanea” Temu e Shein, i cui pacchettini godevano fino a ieri di strada libera attraverso le dogane Usa. (la Repubblica)