Mostra di Venezia, Paolo Sorrentino vince il Gran Premio della giuria ma meritava di più

Il Leone d'oro va alla regista francese Audrey Diwan per «L'événement», un potente viaggio nel dolore e nella libertà femminile di decidere del proprio corpo, e quindi del proprio destino, che ha entusiasmato la giuria (il riconoscimento è stato.

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Paolo Sorrentino vince a Venezia il Gran Premio della Giuria, ma il toccante, superbo amarcord che ha realizzato nel suo film più intimo e personale, «È stata la mano di Dio», avrebbe meritato di più. (ilmattino.it)

Se ne è parlato anche su altre testate

È una specie di caverna che accoglie tutto, mastica tutto e ritira fuori in maniera molto recitata. Ci vorrà tempo per capire cosa gli ha lasciato la pellicola. (IlNapolista)

Anche un anno fa, Wojciech Szczęsny ha iniziato a commettere errori decisivi. Molti calciatori della Juventus sono abituati a vincere sempre, ma devono capire che bisogna essere uomini prima che calciatori (napolipiu.com – Calcio Napoli Notizie)

Il regista è scoppiato in lacrime durante il discorso di premiazione. Qui l’elenco completo di tutti i i vincitori della 78° Mostra del Cinema di Venezia: (Thesocialpost.it)

Ieri avendo tra le mani il Leone d’argento, premio della Giuria, per il suo film È stata la mano di Dio, il regista napoletano ha pianto dopo il lunghissimo applauso della platea di colleghi artisti. Un ricordo su tutti il giorno del funerale dei genitori (Il Fatto Quotidiano)

Già, perché alla fine si torna sempre lì, all’altare di “san” Maradona, che Sorrentino ringrazia più di San Gennaro (peraltro citato in incipit del film.) e ad ogni piè sospinto, compreso nel momento più dorato della sua carriera quando vinse l’Oscar per La Grande Bellezza. (Il Fatto Quotidiano)

Anche È stata la mano di Dio, il film di Sorrentino, cerca di rispondere a questa istanza, appellandosi a una frase paradossale. Si ride e si piange guardando È stata la mano di Dio, ma non arrendetevi ai primi effetti, perché il Leone d’Argento di Venezia 78 è un infinito e meraviglioso esperimento di cura del buio, attraverso la mossa più seria di tutti: lo scherzo (doppiozero)