Boris Bondarev, si dimette il consigliere della missione russa all’Onu: “Mi vergogno”

Sky Tg24 INTERNO

Una scelta che apre una crepa nel granitico muro della narrativa russa sul conflitto e rischia di costargli cara

Da vent'anni, Boris Bondarev lavora per la diplomazia russa.

“Putin vuole solo restare al potere, mi chiameranno traditore.

Il diplomatico, dal 2019 consigliere della missione russa alle Nazioni Unite a Ginevra, lascia l’incarico: "Non mi sono mai vergognato così tanto del mio Paese", dice. (Sky Tg24 )

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A questo si aggiunge l’indiscrezione del sito indipendente russo Meduza, secondo cui nell’élite russa starebbe montando un serpeggiante pessimismo Mossa che il Cremlino non sarebbe intenzionata a mettere in pratica, temendo che quel tipo di reazione non sia davvero risolutiva. (Open)

Ha dichiarato di non essersi «mai vergognato tanto del mio Paese come il 24 febbraio di quest'anno», il giorno in cui è iniziata l'invasione. Poi Vladimir Putin ha lanciato la sua guerra all'Ucraina alla fine di febbraio e Volobuyev ha deciso che non poteva più sopportare di vivere in Russia. (ilmessaggero.it)

Così, all’unisono, parlano i "disertori russi di alto profilo" che rifiutano la guerra in Ucraina. Il Guardian raccoglie le testimonianze di due di loro: si tratta di Igor Volobuyev, ex numero 2 di Gazprombank, e del diplomatico Boris Bondarev. (L'HuffPost)

“Non mi sono mai vergognato tanto del mio Paese come il 24 febbraio di quest’anno”. E le azioni della leadership russa sono sostenute dall’intera popolazione del paese (Secolo d'Italia)

Un compito che il caso Bondarev e quello dei cento diplomatici rendono ora proibitivo Il rapporto farebbe nomi e cognomi degli oltre cento diplomatici in odore di «tradimento», commentando le situazioni di ognuno di loro. (Corriere della Sera)

Anche Anatolij Chubais, ex vicepremier, ha lasciato l'incarico di inviato di Putin per il clima e pure la Russia. il segretario del Consiglio di Sicurezza, Nikolaj Patrushev, ha presentato un rapporto a Vladimir Putin, nel quale il ministero guidato da Lavrov viene definito "un castello di carte costruito sulla sabbia". (Liberoquotidiano.it)