Perché il Parlamento Ue ha messo al bando il riconoscimento facciale (e non solo)

Agenda Digitale INTERNO

Il 6 ottobre 2021 il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione con la quale si chiede alla Commissione europea di “bandire” il riconoscimento facciale dall’Unione.

Tre i rilievi più consistenti: il divieto di riconoscimento facciale, la cancellazione delle immagini dopo 6 mesi (by default) e l’impiego “discontinuo” e limitato a specifiche situazioni.

Bene, quindi, che sia stata chiesta la procedura di infrazione per gli Stati che impiegano le tecnologie di riconoscimento facciale ai confini interni dell’Unione

Il riconoscimento facciale in Italia (Agenda Digitale)

Ne parlano anche altre testate

“Sono lieto di vedere che l'ultimo panel di cittadini europei sta iniziando i suoi lavori, segnando così la fine del primo ciclo di dibattiti sostanziali. L'ultimo incontro del primo ciclo dei quattro panel di cittadini europei sarà incentrato sul ruolo dell'Unione Europea nel mondo e sulle migrazioni. (ItaliaLavoroTv)

I finalisti ed i vincitori vengono scelti in ogni Paese da una giuria composta da eurodeputati ed esponenti della società civile. vincitori di tutta Europa per il 2020 ed i 28 per il 2021 saranno premiati il 9 novembre a Bruxelles (ItaliaLavoroTv)

Piano che inaugura, inoltre, nuovi meccanismi comunitari, come l’indebitamento dell’Unione europea sul mercato internazionale dei capitali e la prospettiva di nuove risorse proprie necessarie per ripagare il debito. (Key4biz.it)

https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLScYxSnmOQBFSFq9n_w82S_WqgsmjgeRXR4cHizpuySwzNOV1A/viewform. https://play.google.com/store/apps/details?id=com.key4mobility.app&gl=IT. (Redattore Sociale)

(Foto Archivio). Il prossimo 15 ottobre, presso l’Ufficio del Parlamento europeo a Roma, saranno premiati i vincitori italiani e gli altri 8 finalisti delle edizioni 2020 e 2021 del Premio del cittadino europeo. (Servizio Informazione Religiosa)

Base di lavoro sarà il report che è stato redatto a partire dai contributi raccolti sulla piattaforma digitale multilingue. Il programma prevede un alternarsi di sessioni in plenaria nell’emiciclo del Parlamento, dove interverranno una serie di “esperti ed accademici”, e momenti in gruppi di confronto. (Servizio Informazione Religiosa)