Rebus conclave, tra eredità e promesse da mantenere

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È un rebus il conclave che inizia quest’oggi. I 133 cardinali elettori sono chiamati a votare per il successore di Francesco in un clima di grande incertezza. Perché, nonostante il ricovero al Gemelli, nessuno si aspettava la scomparsa di Bergoglio. E perché la freschezza portata dal primo Papa pescato «quasi dalla fine del mondo» non è un’eredità facilmente replicabile. Solo se ci sarà un porporato che riuscirà a entrare in Sistina come vi entrò Ratzinger nel 2005, e cioè con un numero di voti piuttosto elevato, tutto potrà essere in discesa. (il manifesto)
Ne parlano anche altri giornali
Ogni giorno in più senza un Papa è un giorno in cui la Chiesa rallenta, il mondo osserva e i conti del Vaticano iniziano a soffrire. La spiritualità domina, ma nel silenzio della Cappella Sistina anche l’economia fa sentire il suo peso. (Tgcom24)
Nel 2024, il buco di bilancio è stato di almeno 70 milioni di euro, ma secondo altre indiscrezioni potrebbe ammontare a 85 milioni. (Business People)
Dagli stipendi fermi dal 2008 con conseguente potere d’acquisto dei salari dei dipendenti vaticani ridotto, ai bilanci poco chiari fino alle troppe privatizzazioni ed esternalizzazioni. (Milano Finanza)

Eravamo nel 1982 e a interrogarsi sul denaro, sterco del demonio, era monsignor Paul Casimir Marcinkus, classe 1922, presidente dello Ior, la banca vaticana ai tempi di Michele Sindona, Roberto Calvi e Licio Gelli. (La Stampa)
In altre parole, la chiesa vicino a casa nostra, con i suoi arredi, opere d’arte, ecc. Attenzione, però: la Santa Sede è solo il “governo centrale” della Chiesa con sede in Vaticano, non la Chiesa nel suo insieme, che è composta da innumerevoli istituzioni sparse in quasi tutto il mondo: parrocchie, scuole, missioni, ospedali, luoghi di culto, e tanti altri enti. (Geopop)
Molte sono le sfide che Leone XIV ha di fronte in qualità di nuovo Papa. (Corriere della Sera)