Coronavirus, nell’ospedale di Alzano almeno 110 ricoveri per polmoniti da “agente non…

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Numeri – pubblicati in anteprima da L’Eco di Bergamo – che retrodatano l’impennata di polmoniti “sconosciute” già allo scorso dicembre.

La progressione mostra come le polmoniti con causa “sconosciuta” siano state 18 a novembre per poi passare alle 40 di dicembre, più del doppio.

Secondo quanto emerso, prima dei due pazienti scoperti ad Alzano, c’erano stati molti ricoveri con diagnosi in codice 486: “Polmonite, agente non specificato”. (Il Fatto Quotidiano)

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I magistrati bergamaschi, come già reso noto, hanno acquisito le circolari emanate dal ministero con i criteri scelti per procedere con il tampone e quindi individuare i casi di coronavirus. A riferirlo è 'L'Eco di Bergamo' riportando i dati resi pubblici dall'Ats Bergamo e Asst Bergamo Est su richiesta del consigliere regionale di Azione, Niccolò Carretta. (Adnkronos)

Avrà come bacino una popolazione di circa 53mila abitanti, dai 18 anni in su. Nembro (Bergamo), 1 luglio 2020 - Prendono il via oggi i test sierologici a tappeto in media Valle Seriana, il territorio della Bergamasca più colpito dall’emergenza Covid-19, la zona dove, il 23 febbraio, è partito il contagio nella nostra provincia con i primi due pazienti risultati positivo al pronto soccorso dell’ospedale di Alzano Lombardo. (IL GIORNO)

La crescita è netta: 18 malati a novembre, 40 a dicembre, altre 52 a gennaio. Centodieci tra novembre e il 23 febbraio, giorno in cui alle cartelle si è aggiunta la voce «polmonite da Sars - coronavirus associato». (Il Mattino)

Numeri – pubblicati in anteprima da L’Eco di Bergamo – che retrodatano l’impennata di polmoniti “sconosciute” già allo scorso dicembre. La progressione mostra come le polmoniti con causa “sconosciuta” siano state 18 a novembre per poi passare alle 40 di dicembre, più del doppio. (Il Fatto Quotidiano)

Queste polmoniti sono state 18 a novembre, 40 a dicembre e 52 a gennaio. Lo riferisce l’Eco di Bergamo. (Brescia Oggi)

E quegli stessi pezzi che hanno fruttato, stando alle stime, almeno 800mila euro. Auto rubate e smontate in pausa pranzo. Grazie all'installazione di un impianto di videosorveglianza gli inquirenti hanno monitorato giorno dopo giorno gli ingressi all'interno del piazzale dell'autodemolizione, che polizia e procura descrivono come uno dei "principali centri di riciclaggio di auto della Lombardia". (MilanoToday.it)