Harry e Meghan non hanno mai chiesto alla regina il permesso di usare il nome Lilibet

Il principe Harry e la moglie Meghan Markle non hanno mai chiesto alla regina Elisabetta il permesso di usare il suo soprannome, Lilibet, per il nome della loro secondogenita, nata qualche giorno fa a Los Angeles.

La smentita arriva, ora, da un’altra fonte vicina al Palazzo reale.

Harry e la regina hanno parlato al telefono poco prima della nascita ma «il nome della piccola non è mai stato menzionato». (La Stampa)

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La reazione di Elisabetta II. Ora c'è un tema in più: il nome di Lilibet Diana. Pare, inoltre, che la regina sia stata in assoluto la prima a ricevere la foto della piccola Lili (TIMgate)

Lo scrive la Bbc citando proprie fonti a Buckingam Palace, secondo le quali ''non è mai stato chiesto'' alla regina nulla in merito. Anche il defunto marito della regina, il duca di Edimburgo, la chiamava così (LiberoQuotidiano.it)

Alla regina Elisabetta non è stato chiesto il permesso di usare il suo soprannome, quello che veniva utilizzato da suo padre – Giorgio V – e anche dal marito, il principe Filippo. Per molti una “ruffianata” per tentare di riavvicinare in qualche modo la famiglia reale inglese, per altri semplicemente il rispetto di una tradizione. (L'Unione Sarda.it)

Roma, 9 giu. (LaPresse) – Un portavoce del duca di Sussex ha smentito quanto riportato dalla Bbc secondo cui il principe Harry e Meghan Markle non avrebbero chiesto il permesso alla regina Elisabetta di usare il suo soprannome Lilibet come nome per la loro secondogenita. (LaPresse)

Lilibet Diana è nata venerdì scorso in California in un ospedale a Santa Barbara La coppia ha prontamente smentito la versione della Bbc chiarendo che Harry ha consultato i membri della famiglia reale per la scelta del nome e che anzi, la regina è stata la prima ad essere chiamata. (LaPresse)

A quanto sembra il volume, in vendita per poco più di 12 sterline, non sta andando bene ed è stato stroncato dalla critica britannica che lo definisce “semianalfabeta“, etichettandolo come flop senza troppi complimenti. (LaPresse)