Trenord, addio alla carta: biglietto solo elettronico e digitale

Corriere ECONOMIA

Trenord dice addio alla carta e passa al biglietto solo elettronico o digitale. Grossa novità per chi si sposta con i mezzi di Trenord. Il primo passo del percorso è l’addio agli abbonamenti cartacei: i titoli di viaggio settimanali, mensili e annuali, sono emessi solo sulla tessera IO VIAGGIO. A gennaio è stata massiccia la campagna per invitare i pendolari all’acquisto della tessera (Io Viaggio), in biglietteria o online. (Corriere)

Se ne è parlato anche su altre testate

Da marzo gli abbonamenti settimanali, mensili e annuali sono stati caricati solo sulla tessera elettronica "Io viaggio". Un'operazione che ha portato, nei primi tre mesi dell'anno, all'emissione di oltre 50 mila tessere per abbonamenti elettronici. (La Repubblica)

Il primo passo è l’addio agli abbonamenti cartacei già a partire da questo mese, quando i titoli di viaggio settimanali, mensili e annuali sono emessi solo sulla tessera Io Viaggio. Trenord ha dato il via al percorso evolutivo del sistema di vendita che porterà all’abbandono definitivo dei biglietti di carta in favore di titoli di viaggio elettronici e a nuove regole di validità. (La Gazzetta di Mantova)

Di Giambattista Anastasio Trenord si avvia lungo la strada della dematerializzazione dei titoli di viaggio o, per dirla altrimenti, verso l’abbandono dei titoli di viaggio cartacei a vantaggio del digitale, dell’elettronico. (IL GIORNO)

Si parte con gli abbonamenti, da maggio in arrivo il tagliando ricaricabile (Il Cittadino)

Ecco le principali novità Addio agli abbonamenti cartacei Arrivano i biglietti ricaricabili Self-service interattivi Addio agli abbonamenti cartacei Il primo step prevede la scomparsa degli abbonamenti cartacei, a favore della tessera elettronica. (IL GIORNO)

Dal mese di marzo i titoli di viaggio settimanali, mensili e annuali sono emessi solo sulla tessera "Io viaggio". Da metà maggio cambia anche il formato dei biglietti: la veste cartacea sarà sostituita da quella digitale, grazie al cosiddetto “chip on paper”. (Il Fatto Quotidiano)