Oracle vs Google, la Corte Suprema è per il fair use

Punto Informatico ECONOMIA

Nella lunga disfida legale tra Google e Oracle sulle API Java c’è infine un vincitore: si tratta di Google, che esce con in tasca la ragione grazie alla decisione firmata dalla Corte Suprema USA.

Nel 2016 la ragione era nelle mani di Google, che era riuscita ad imporre la logica del “fair use”

Oracle vs Google, vince il fair use. L’ultimo nodo è stato sciolto dalla Corte Suprema che, a firma del giudice Stephen Breyer (pdf), ha messo nero su bianco una decisione la cui importanza va ben oltre la sola disputa tra le due aziende. (Punto Informatico)

Ne parlano anche altri giornali

La mancanza di questa certificazione è diventata un problema per le operazioni cloud di Google, in quanto ha limitato le forniture alle grandi aziende che utilizzano il software di database Oracle. NEWSLETTER Cloud, Software e molto altro. (CorCom)

Questo comportamento mostra il perché le autorità di regolamentazione negli Stati Uniti e nel mondo stanno esaminando le pratiche di business di Google», osserva Oracle, che ha acquistato Java da Sun Microsystem nel 2010. (ilmessaggero.it)

La Corte suprema degli Stati Uniti ha dato ragione a Google e respinto un’azione legale di Oracle, che aveva denunciato il colosso di Mountain View per una presunta violazione dei diritti d’autore sul software usato dal sistema operativo di smartphone Android. (Corriere della Sera)

Nel 2018, dopo un appello alla corte federale, la sentenza è stata ribaltata a favore di Oracle. Dopo dieci anni di azioni legali, si conclude una battaglia che vedeva Oracle schierarsi contro Google. (Corriere della Sera)

Molti sviluppatori ritengono infatti che il caso Oracle contro Google mostri chiaramente il bisogno di una maggiore chiarezza sullo status legale delle interfacce, che sono ampiamente copiate all'interno dell'industria. (Ticinonline)

2' di lettura. Google batte Oracle alla Corte Suprema americana, in uno degli scontri di più alto profilo tra protagonisti hi-tech. La tesi di Google. Il fair use era di fatto l’argomentazione sostenuta Google. (Il Sole 24 ORE)