Tiramisu World Cup: vincono il veneziano Stefano Serafini ed Elena Bonali

«Amo sperimentare e questa volta sono stata premiata - ha raccontato Bonali - .

Per la ricetta originale, gli altri finalisti erano: Elisa Orfei di Treviso, Nicola Ottaviani di Verona (vincitore anche del Premio Hausbrandt per la miglior valorizzazione dell’ingrediente caffè)

E’ una ricetta che nasce dall’estate italiana, con il prosciutto crudo tostato e il melone e i Pavesini».

sfidarsi a colpi di mascarpone e savoiardi - ha commentato Francesco Redi, organizzatore della rassegna - . (VeneziaToday)

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Quella della ricetta originale, come stabilito dall'Accademia della Cucina italiana: uova, mascarpone, zucchero, savoiardi, caffè e cacao. Domenica 10 ottobre a Treviso il gran finale per la competizione che celebra il dolce al cucchiaio più famoso nel mondo (UdineToday)

Nella categoria «ricetta originale» ha vinto un dessert a forma di cuore. In quella «creativa» una versione con prosciutto e melone (Corriere della Sera)

sfidarsi a colpi di mascarpone e savoiardi - ha commentato Francesco Redi, organizzatore della rassegna - . La qualità dei Tiramisù realizzati in gara è stata davvero alta: complimenti a tutti e un grazie profondo a chi da oramai cinque anni ci segue in questa avventura». (VeronaSera)

O almeno, una residente in Belgio visto che Elena Bonali vive a Brasschaat, ad Anversa, ma è originaria di Milano. Insegnante di nuoto, vive in Belgio ma è nata a Milano. (Sky Tg24 )

Per la ricetta originale, gli altri finalisti erano: Elisa Orfei di Treviso, Nicola Ottaviani di Verona (vincitore anche del Premio Hausbrandt per la miglior valorizzazione dell’ingrediente caffè) La qualità dei Tiramisù realizzati in gara è stata davvero alta: complimenti a tutti e un grazie profondo a chi da oramai cinque anni ci segue in questa avventura». (Udine20 2020)

Quando si suol dire che l’allievo supera il maestro. «Il mio tiramisù è un gesto d’amore e di condivisione. «Il giorno della finale, che si è disputata il 10 ottobre a Treviso, ho tolto la giacca perché faceva caldo – spiega il campione Stefano Serafini – ma camicia e cravatta sono la mia divisa, da sempre». (Corriere della Sera)