La madre di Fausto Tinelli, conosco la verità da 48 anni
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Cerca "la giustizia" perché "la verità" l'ha sempre saputa Danila Angeli, la mamma di Fausto Tinelli e ora che la Procura di Milano ha ripreso a indagare sull'omicidio di suo figlio e di Lorenzo Iannucci, per tutti Fausto e Iaio, in un intervista a La Stampa e a la Repubblica afferma: "Io la verità la so da 48 anni. Fu una pista nera, gli esecutori senz'altro gente dell'estrema destra. Da sempre penso a ogni pezzo di questo mosaico: era tempo di tensioni, avevano rapito Aldo Moro... (Tiscali Notizie)
Su altri giornali
Il Consiglio comunale di Milano era stato fra i primi a sollecitare la riapertura delle indagini sull'assassinio di Fausto Tinelli e Lorenzo Iannucci (Fausto e Iaio), i due giovani militanti di sinistra uccisi il 18 marzo 1978, vicino al Leoncavallo. (RaiNews)
Qualche tempo fa avevano perfino provato ad andarci insieme, a lasciare un fiore nei luoghi dove quei brutali omicidi politici si consumarono. E all’Alberone, dove il 28 settembre dello stesso anno fu colpito al petto da un proiettile Ivo Zini, fermo sul marciapiede a leggere una bacheca dell’Unità. (Il Messaggero)
Sono indicati negli atti che riaprono le indagini sull’omicidio di Fausto Tinelli e Lorenzo Iannucci – per tutti Fausto e Iaio – avvenuto la sera del 18 marzo 1978. Un filo comune lega questa lista di testi: l’appartenenza al mondo dell’estrema destra, lo stesso sul quale la procura di Milano torna a indagare per far luce su un mistero lungo 47 anni… (la Repubblica)

È il caso dell'indagine riaperta da poco dalla Procura di Milano sull'uccisione di Fausto Tinelli e Lorenzo Iannucci, ammazzati a sangue a freddo a Milano nell'aprile del 1978, giovani militanti del centro sociale Leoncavallo, allora come oggi Roccaforte dell'ultra sinistra (il Giornale)
Lorenzo Iannucci, nato a Telese il 29 settembre 1959, ha lasciato la sua terra natale all’età di otto anni, seguendo la famiglia emigrata a Milano per lavoro. (NTR24.TV)
«Più vado avanti con la vecchiaia più Fausto mi manca. MILANO. (La Stampa)