Green Pass sul lavoro, bozza dpcm: controlli non oltre 48 ore prima

LaPresse INTERNO

“Per far fronte a specifiche esigenze di natura organizzativa, come ad esempio quelle derivanti da attività lavorative svolte in base a turnazioni, o connesse all’erogazione di servizi essenziali – si legge nella bozza del dpcm che regolerà i controlli – i soggetti preposti alla verifica” della certificazione verde “possono richiedere ai soggetti obbligati di rendere le comunicazioni” con “l’anticipo strettamente necessario e comunque non superiore alle 48 ore, ciò anche in relazione agli obblighi di lealtà e di collaborazione derivanti dal rapporto di lavoro”. (LaPresse)

La notizia riportata su altre testate

Proseguono le proteste. Il green pass diventerà obbligatorio dal 15 ottobre sul lavoro, nonostante le forti proteste che hanno portato anche alle manifestazioni e agli scontri di Roma dei giorni scorsi. (Scuola & Concorsi)

Particolari criticità riguardano le piccole imprese, in cui un eventuale divieto di accesso a lavoratori con compiti specializzati potrebbe compromettere il processo produttivo. Come nel caso della verifica del green pass dei clienti dove è richiesto, come nei bar e ristoranti, anche in questa situazione riteniamo dovrebbe valere la responsabilità individuale e non andrebbero attribuiti compiti di controllo alle imprese (piacenzasera.it)

Il possesso e l’esibizione, su richiesta, del Certificato verde sono richiesti per accedere ai luoghi di lavoro ;. Chi controlla. I datori di lavoro sia del settore pubblico sia del settore privato. (News Rimini)

Nella bozza del dpcm che Draghi si appresta a firmare si legge: "I soggetti interessati possono comunque avvalersi dei documenti rilasciati, in formato cartaceo o digitale". (Quotidiano di Sicilia)

Dal 15 ottobre scatterà l'obbligo del Green Pass per tutti i luoghi di lavoro. Senza Green Pass si verrà considerati assenti ingiustificati dal lavoro: nessuna sospensione, ma blocco dello stipendio senza conseguenze disciplinari e con il diritto di conservazione del posto di lavoro. (La Voce delle Valli)

Non tutti questi sono lavoratori: potrebbero essere disoccupati, inattivi e non occupati, almeno per i 2/3, quindi 2,5-3 milioni”. Questi lavoratori potrebbero essere individuati automaticamente attraverso uno scambio dati tra Sogei che detiene i dati sui green pass, e INPS che detiene i codici fiscali dei lavoratori e le aziende dove lavorano (Agenpress)