Documenti perduti e segreti rivelati ad altri con l’App 2.0: così è affondato il processo penale telematico a Torino
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Nomine mai arrivate. Arrestati rimasti senza un difensore, perlomeno sulla carta. Sentenze scritte dal giudice relatore, arrivate al cancelliere, eppure mai viste dal presidente che dovrebbe firmarle. Fascicoli del pm a disposizione dei giudici del dibattimento, che mai dovrebbero vederli. Atti scomparsi nell’etere, o chissà dove. Visibili ad alcuni e non ad altri. Insomma. Sono bastati pochi gio… (La Stampa)
La notizia riportata su altri giornali
Nonostante gli allarmi lanciati dal Csm, dall’Associazione nazionale magistrati e anche dai penalisti, il governo è andato avanti a tappe forzate e la riforma, approvata con un decreto del 27 dicembre, è entrata in vigore dal primo gennaio. (la Repubblica)
APP, Nordio: “Al lavoro sulle difficoltà, una circolare in aiuto degli uffici” “Senza le adeguate risorse finanziarie e umane, era inevitabile qualche difficoltà. Ci stiamo lavorando unitamente al Consiglio superiore della magistratura e alla Scuola superiore della magistratura”. (gnewsonline.it)
Ieri i tribunali di Roma, Milano e Torino hanno sospeso l'uso della app, obbligando dunque a fare ritorno ai sistemi tradizionali di deposito dei documenti. (Corriere della Sera)
La Procura di Roma sospende l'App sul processo penale telematico. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Ma già dall’altro giorno sono cominciati i problemi e delle udienze sono state rinviate. Dal 2 gennaio, dopo una fase sperimentale, l’applicativo ministeriale per la gestione del processo penale telematico è diventato obbligatorio per il deposito di atti specifici da parte di giudici e magistrati. (il Resto del Carlino)
Si tratta di una rete con diverse ramificazioni, lunga complessivamente circa 100 chilometri al servizio di una ventina di abitazioni, realizzata in passato in materiali che si sono rivelati ormai del tutto inadeguati a garantire un servizio efficiente. (SARdies.it)