Patuelli (Abi): "Disinnescare i dazi o rischiamo una nuova recessione mondiale"

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Per il presidente dell'Abi, Antonio Patuelli, "occorre disinnescare i rischi di strategie protezionistiche e di nuovi dazi, che sono misure vecchie quanto il mondo, che penalizzano libero mercato e crescite economiche e sociali". "Viviamo una fase assolutamente inedita di grandi incertezze e tensioni internazionali e di troppo alti costi energetici soprattutto per imprese e famiglie italiane", ha spiegato in audizione al Senato presso la Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario, finanziario e assicurativo, avvertendo che si rischia "una nuova recessione in gran parte del mondo". (Tgcom24)
Se ne è parlato anche su altri media
In audizione i senatori gli hanno chiesto conto degli “extraprofitti” realizzati dalle banche nell'ultimo biennio. «Gli extraprofitti - la replica di Patuelli - non esistono costituzionalmente, esiste la proporzionalità delle aliquote e quelle le decide il Parlamento. (Il Messaggero)
Il banchiere ravennate parlava alla commissione d’inchiesta sulle banche al Senato, riproposta dal governo che due anni fa provò - senza riuscirci - a introdurre un’imposta legata ai maggiori margini sugli interessi credi… (la Repubblica)
«Gli extraprofitti non sono un termine contemplato dalla Costituzione». Il presidente Abi, Antonio Patuelli (in foto), ieri in audizione dinanzia alla bicamerale d'inchiesta sulle banche ha ribadito la contrarietà del sistema al surplus di prelievo sugli istituti di credito con cui è stato parzialmente finanziato il taglio del cuneo fiscale. (il Giornale)

Roma, 8 mag. – “Occorre disinnescare i rischi di strategie protezionistiche e di nuovi dazi, che sono misure vecchie quanto il mondo, che penalizzano libero mercato e crescite economiche e sociali”. (Askanews)
L'Abi non interviene, non commenta e non si esprime su "risiko" bancario e sull'uso eventuale del "Golden Power" da parte del governo. (Tiscali Notizie)
Le banche potrebbero fortemente soffrirne, «i crediti potrebbero deteriorarsi maggiormente, aumenterebbero le incertezze per gli investimenti e complessivamente per le imprese, che in Italia soffrono da due anni un rallentamento delle produzioni industriali, e, quindi, per le banche». (Milano Finanza)