Setta delle bestie, una condanna e 25 assoluzioni

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INTERNO

Il processo alla cosiddetta "setta delle bestie" di Cerano, nel Novarese, si è concluso con una sola condanna e ben venticinque assoluzioni. La Corte d’Assise di Novara ha emesso una sentenza che ha visto un imputato condannato a sei anni di reclusione per violenza sessuale, mentre gli altri venticinque imputati sono stati assolti. L'accusa, che aveva richiesto pene dai sette ai diciotto anni per tutti gli imputati, ha visto cadere alcuni reati in prescrizione, mentre per altri è stata dichiarata l’insussistenza dei fatti.

Il processo, iniziato nel febbraio del 2023 e svolto interamente a porte chiuse, ha riguardato una psicosetta i cui adepti, chiamati con nomi di animali, erano accusati di associazione per delinquere finalizzata alla riduzione in schiavitù e alle violenze. Il pubblico ministero aveva chiesto complessivamente 230 anni di carcere, ma la Corte ha deciso diversamente, mandando in archivio il primo grado di giudizio con una sola condanna.

La vicenda ha suscitato grande attenzione mediatica, ma il processo si è svolto lontano dai riflettori, con l'obiettivo di tutelare le vittime e garantire un giudizio imparziale. La sentenza ha lasciato molti interrogativi aperti, soprattutto riguardo alla prescrizione di alcuni reati e all’assoluzione per insussistenza dei fatti. Tuttavia, la Corte ha ritenuto che le prove presentate non fossero sufficienti per condannare gli altri imputati.

Il caso della "setta delle bestie" rappresenta un esempio complesso di giustizia penale, dove la ricerca della verità si scontra con la necessità di rispettare i diritti degli imputati e delle vittime.