A Pavia si indaga per sequestro. I sospetti sui servizi israeliani

ilGiornale.it INTERNO

Un intrigo internazionale che mette contro non solo due famiglie ma due nazioni, due comunità.

Una decisione che ha irritato il ramo materno della famiglia, che vive in Israele e che ha avanzato un'istanza per l'affidamento del bambino.

In seguito alla denuncia della donna, la procura pavese ha aperto un fascicolo per sequestro di persona.

Ieri il Jerusalem Post ha riportato la posizione del ministero degli Esteri israeliano, che starebbe «verificando l'informazione» del sequestro del piccolo

Senza alcun problema, visto che la famiglia materna è in possesso del passaporto israeliano del piccolo, che la famiglia italiana aveva inutilmente richiesto. (ilGiornale.it)

La notizia riportata su altre testate

«È evidente che ci sia stato un aiuto 'extra', se no non sarebbe stato possibile far uscire Eitan dall'Italia». A dirlo è Armando Simbari all'AGI, avvocato penalista della zia paterna del bambino sopravvissuto all'incidente del Mottarone, sequestrato dal nonno e portato in Israele (leggo.it)

I nonni materni, in possesso del passaporto israeliano del piccolo, lo hanno portato in Israele senza avvertire gli zii paterni nella serata dell’11 settembre. Eitan rapito e portato in Israele: nonno condannato per maltrattamenti. (Virgilio Notizie)

La stessa zia Gali Peleg questa mattina aveva spiegato alla radio 103 che il piccolo «adesso riceve l'assistenza» medica e psicologica «migliore possibile». Scontro tra parenti TORINO Mottarone, altri 11 indagati CRONACA Video CRONACA Funivia Mottarone, legale della famiglia di Eitan: «Quanto. (Il Messaggero)

La zia paterna ricorda anche che Peleg “è stato condannato in Israele per maltrattamenti nei confronti della ex moglie in tre gradi di giudizio”. La zia paterna Aya Biran (Ansa). Con quel passaporto Peleg è riuscito a passare i controlli e a partire col piccolo (L'Unione Sarda.it)

Il piccolo Eitan si troverebbe in questo momento in cura presso l'ospedale Sheba di Tel Aviv. Una decisione presa perché il piccolo era in cattive «condizioni mentali e fisiche», come ha spiegato in prima persona il 58enne ai suoi rappresentanti legali in Italia. (Ticinonline)

Or risponde al telefono dalla sua casa di Pavia, dove risiede dal tempo degli studi universitari e dove oggi lavora. di Paolo Salom. Lo zio paterno Or Nirko e la lite tra parenti: temevo che finisse così. (Corriere della Sera)