Sospeso a Milano il processo telematico

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IL GIORNO INTERNO

La "sospensione" dell’ applicativo App, la piattaforma del Ministero della Giustizia che avrebbe dovuto rendere obbligatorio il "binario unico" telematico per il processo penale, si è resa necessaria dopo che sono stati rilevati problemi di mafunzionamento. E quindi, come si legge nel provvedimente del presidente Roia, è stata prorogata almeno fino al 31 marzo 2025 la possibilità di "redigere e depositare" in formato cartaceo "atti, documenti, richieste" ritenendo l’app ministeriale - diventata obbligatoria da meno di una settimana - "non compatibile" con il processo penale telematico. (IL GIORNO)

Ne parlano anche altre fonti

MACERATA È stata questione di ore e anche per il Tribunale di Macerata si è dovuto correre ai ripari. (corriereadriatico.it)

Ma a Napoli le difficoltà legate al cattivo funzionamento dell’applicativo App sono state ribadite nel corso del vertice tra i procuratori della Repubblica del distretto conv… (La Repubblica)

Il 1° gennaio 2025 è entrato in vigore il sistema a doppio binario (analogico e telematico), a causa dei malfunzionamenti e dei blocchi i presidenti dei Tribunali in tutta Italia hanno deciso di sospendere le nuove regole, prorogando al 31 marzo la possibilità di redigere e depositare gli atti con modalità analogiche. (Fanpage.it)

L’App che accelera i processi non va: in Tribunale si torna alla “carta”

Il Processo Penale Telematico (PPT), entrato ufficialmente in vigore il 1º gennaio 2025, avrebbe dovuto rappresentare una svolta epocale per il sistema giudiziario italiano. Tuttavia, i primi giorni di operatività sono stati segnati da gravi problemi tecnici che hanno obbligato molti tribunali, tra cui quelli di Roma, Napoli e Milano, a sospendere l'utilizzo dell'App per il deposito telematico degli atti. (Cassa Forense)

Si è scatenata una curiosa tempesta mediatico-giudiziaria attorno a un tema un po’ laterale ma certamente non trascurabile: nel pieno del primo, decisivo passaggio sulla separazione delle carriere, una parte della magistratura ha innescato un allarme sui presunti ( e almeno in parte inesistenti) balbettii di “App”, la piattaforma per il deposito digitale degli atti nei procedimenti penali, che da Capodanno è strumento obbligatorio per un nuovo ulteriore slot di documenti. (Il Dubbio)

Lo mette nero su bianco il Presidente del Coco, facendosi portavoce delle segnalazioni e del malcontento di giudici, avvocati, dipendenti del settore amministrativo e di tutti coloro che all’applicazione dovrebbero fare ricorso quotidianamente. (TeleRama News)