L’Ue dà l’ok al Prosek croato, allarme in Italia. Zaia: "Vergognoso"

Sky Tg24 INTERNO

“La decisione della Commissione Europea sul riconoscimento dell’indicazione geografica protetta del vino croato Prosek è sbagliata.

Ed in Italia sta scoppiando il putiferio in difesa del nostro Prosecco e della sua denominazione.

Zaia: Decisione senza senso, vergognoso Immediata e decisa anche la reazione di Luca Zaia

La decisione ufficiale tra due mesi Condividi:. Si profila all’orizzonte una vera e propria battaglia del Prosecco, visto che l’iter per il riconoscimento del Prosek croato va avanti spedito. (Sky Tg24 )

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«Senza nulla togliere alla tradizione enologica del popolo croato - aggiunge il consigliere regionale di Fratelli d'Italia - il via libera dell’Ue al Prosek va contrastato con forza. (TrevisoToday)

La vicenda nasce quando la Croazia chiede il riconoscimento della denominazione Prošek come menzione tradizionale da abbinare a un vino bianco locale simile al passito. Quella che è già stata definita “la guerra delle bollicine tra l’italiano Prosecco e il croato Prošek” aggiunge un nuovo tassello alla vicenda: la denominazione del vino croato Prošek è ammissibile. (La Tribuna di Treviso)

"Dobbiamo fare squadra per proteggere il nostro prodotto e il nome Prosecco ma anche per non creare pericolosi precedenti", tuona il consorzio Prosecco Docg. Dunque, afferma il commissario all’Agricoltura Janusz Wojciechowski, “procederà ora alla sua pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea” (La voce di Rovigo)

Per il sottosegretario alla Cultura Lucia Borgonzoni "è inaccettabile un eventuale utilizzo della dicitura Prosek da parte della Croazia". A nulla valgono le rassicurazioni della Commissione- continua Borgonzoni- secondo cui il 'prosek croato' non avrebbe nulla in comune con il nostro Prosecco. (Adnkronos)

"La decisione della Commissione Europea sul riconoscimento dell'indicazione geografica protetta del vino croato Prosek è sbagliata. Secondo Wojciechowski, "le norme garantiscono correttezza ed equità tra tutte le parti e mirano ad evitare etichettature che inducano in errore i consumatori". (TGR – Rai)

La “battaglia” del Prosecco tra Italia e Croazia va avanti: secondo la corte non è necessario che il prodotto contestato sia simile o identico a quello protetto dalla denominazione, in quanto l’esistenza del nesso tra il falso e l’autentico può derivare anche da un’affinità fonetica oppure visiva. (inItalia)