La Birkin costa troppo? Te la vendono i produttori cinesi a un decimo del prezzo. La risposta della Cina alla guerra dei dazi

Articolo Precedente
Articolo Successivo
La Cina sta reagendo ai dazi imposti dal presidente statunitense Donald Trump promuovendo la vendita diretta di beni di lusso dai produttori cinesi ai consumatori a prezzi significativamente più bassi. Molti prodotti di lusso, dalle borse alle scarpe, dai cosmetici all’abbigliamento, sono oggi realizzati in Cina, spesso dagli stessi artigiani e con materiali identici a quelli dei brand di fascia alta, ma privi del logo, con prezzi notevolmente inferiori rispetto al dettaglio. (Corriere della Sera)
Su altri giornali
Andare direttamente alla fonte sarebbe un vero affare, visto che a comprarla in un negozio del brand francese bisogna spendere almeno dieci volte di più. Qual è il vero costo di una Birkin, la famosa borsa di Hermès che prende il nome dall'omonima attrice? Per il prodotto finito, appena uscito dalla fabbrica, ci vorrebbero meno di 1.400 dollari. (Corriere della Sera)
Lo scorso 2 aprile, il Liberation Day annunciato da Trump ha causato l’ennesimo shock collettivo – delle borse, dei titoli di stato, dei media – gettando governi ed economisti nel panico. (Rivista Studio)
TikTok, negli ultimi mesi, è diventato il palcoscenico per una nuova ondata di contenuti virali, ribattezzata “Trade War TikTok". Alcuni video, pubblicati da agenti di sourcing e fabbriche cinesi, mostrano i retroscena della produzione di beni di alta gamma, come borse Birkin, leggings Lululemon, sandali Birkenstock e persino capsule di detersivo. (Everyeye Lifestyle)

Una rivoluzione silenziosa e virale sta scuotendo TikTok. Migliaia di utenti stanno condividendo video che mettono in discussione il valore reale dei beni di lusso. Le clip mostrano borse, scarpe, cosmetici e capi d’abbigliamento visivamente identici a quelli dei marchi di fascia alta, ma venduti direttamente da fornitori cinesi a una frazione del prezzo. (iO Donna)
Tutti i personaggi appaiono esausti e oppressi dal lavoro, un chiaro tentativo di rafforzare stereotipi negativi sull’etica del lavoro americana. (Corriere Tv)
La scena è quasi sempre quella. Soprattutto quelli degli Stati Uniti. (La Stampa)