Niente strade a questo giro, ma cresce l’attesa per il passaggio della carovana rosa





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Redazione Sport
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Chi sperava che il Giro d’Italia portasse con sé, oltre all’entusiasmo degli appassionati, anche qualche beneficio concreto per le strade delle città toccate dal percorso, dovrà ricredersi. A Sulmona, dove il passaggio dei ciclisti era visto come un’occasione per ottenere interventi straordinari sull’asfalto, la richiesta avanzata dalla commissaria straordinaria Ernesta D’Alessio alla Regione è rimasta senza risposta. Con i tempi ormai stretti, è improbabile che arrivi un finanziamento, lasciando le cose così come sono.
Intanto, la macchina organizzativa si mette in moto altrove. A Montecchio, in Val d’Enza, il Comune e la polizia locale hanno già definito i dettagli per la tappa del 22 maggio, che dividerà in due la cittadina per diverse ore. Il vicesindaco Bruno Aleotti ha ringraziato i volontari – oltre cinquanta in pochi giorni – che garantiranno la sicurezza lungo il percorso. Senza di loro, gestire l’evento sarebbe stato molto più complicato.
A Lecce, prima tappa italiana dopo la partenza dall’Albania, l’amministrazione ha lavorato in corsa per ripristinare alcuni tratti stradali, utilizzando fondi raccolti all’ultimo momento. Se per i sindaci il Giro rappresenta una vetrina turistica, per i residenti è soprattutto una questione di orgoglio, oltre che di disagi temporanei.
Stesso clima di attesa in Valle del Serchio, dove Barga si prepara ad accogliere la corsa l’11 maggio, dopo dieci anni di assenza. Il transito dei ciclisti imporrà limitazioni al traffico e divieti di sosta in diverse zone, da Castelvecchio a Fornaci, con strade come via Pascoli e viale Roma temporaneamente interdette.