Inchiesta click day: nessun dipendente della Prefettura indagato, ma accuse pesanti per ex tesoriere Pd





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La Procura di Salerno, dopo l’indagine sull’immigrazione clandestina che ha portato all’arresto di 36 persone, ha voluto chiarire un punto cruciale: nessun dipendente della Prefettura risulta indagato nel procedimento. A essere coinvolti, come evidenziato nel comunicato stampa, sono invece dipendenti degli Ispettorati Territoriali del Lavoro, uffici di Salerno e Napoli. Una precisazione che arriva a ridosso delle accuse rivolte a Nicola Salvati, ex tesoriere del Pd in Campania, e a suo padre Giuseppe, indagati dalla Direzione distrettuale antimafia di Salerno per una presunta associazione a delinquere.
Secondo le ricostruzioni, i due avrebbero preparato documenti falsi per far ottenere permessi di soggiorno a cittadini extracomunitari, i quali, in cambio, versavano fino a settemila euro per ciascuna pratica. Non solo: il denaro accumulato sarebbe stato poi ripulito attraverso false fatture, in un meccanismo che, secondo l’accusa, ha permesso di lucrare sui decreti flussi, presentando oltre duemila richieste fittizie di nulla osta al lavoro. Un sistema che, se confermato, avrebbe sfruttato le fragilità del sistema migratorio, trasformandolo in un affare redditizio per chi operava nell’illegalità.
La vicenda ha immediatamente scatenato reazioni politiche, con Fdi e Lega che hanno attaccato il Pd, chiedendo conto delle responsabilità del partito. Matteo Salvini, attraverso un post sui social, ha espresso sconcerto per le notizie che coinvolgono il tesoriere regionale dem, già sospeso dal partito. “Se le accuse fossero confermate, sarebbe gravissimo”, ha dichiarato il leader leghista, mentre la premier Giorgia Meloni ha sottolineato come l’inchiesta campana confermi “ancora una volta quanto denunciato dal Governo: per anni, la gestione dei flussi migratori è stata terreno fertile per criminali senza scrupoli”.
Imma Vietri, esponente di Fdi, ha aggiunto che “i fatti stanno dando ragione a Giorgia Meloni”, evidenziando come l’inchiesta della Dda di Salerno abbia portato alla luce un sistema che sfruttava le anomalie del cosiddetto ‘Click day’, il meccanismo di assegnazione dei permessi di soggiorno. “Rafforzare i controlli è stata una scelta lungimirante”, ha concluso Vietri, ribadendo la linea del governo sul tema.