Problemi tecnici bloccano l'app per il processo penale telematico

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INTERNO

L'applicazione per il processo penale telematico, entrata in vigore il primo gennaio, ha subito un arresto temporaneo a causa di problemi tecnici che hanno paralizzato gli uffici giudiziari. Magistrati e avvocati penalisti, solitamente su fronti opposti, si trovano ora uniti nel denunciare l'inefficienza del sistema. L'obbligo di utilizzare esclusivamente l'app per il deposito di atti e documenti, introdotto progressivamente, è stato giudicato prematuro, soprattutto considerando le carenze infrastrutturali dei tribunali e la preparazione digitale del personale.

I presidenti dei Tribunali di Roma, Torino, Milano, Napoli, Bolzano e Pescara hanno deciso di sospendere l'uso dell'app, tornando temporaneamente al cartaceo. Anche i Tribunali di Catanzaro e Reggio Calabria hanno adottato la stessa misura, con il presidente vicario del Tribunale di Catanzaro, Francesca Garofalo, che si sta occupando del problema. La riforma Cartabia del 2021, che prevede il deposito informatico per una vasta gamma di atti, ha incontrato difficoltà fin dal primo giorno di applicazione.

A Genova, il caos è simile a quello riscontrato nel resto d'Italia. Il processo penale telematico, che impone il deposito informatico per l'archiviazione delle indagini, i documenti dell'udienza preliminare, il dibattimento di primo grado e alcuni riti speciali come il patteggiamento, il decreto penale di condanna e la messa alla prova, ha creato notevoli disagi. I tribunali, nel tentativo di evitare ritardi e paralisi, hanno deciso di bloccare temporaneamente l'utilizzo dell'app, tornando al cartaceo fino al 31 marzo.

La situazione evidenzia la necessità di un'adeguata preparazione digitale e infrastrutturale per garantire il corretto funzionamento del processo penale telematico.