Gaza, parla Mika Almog: «Netanyahu regna sull’odio. Nel nome di mio nonno Shimon Peres, è il momento di rilanciare la pace»

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Dopo l'annuncio dell'espansione della guerra a Gaza, le ong israeliane si ritrovano a Gerusalemme per rilanciare il dialogo: «Gli ingenui? Sono quelli che non ci credono», spiega a Open la co-promotrice dell'iniziativa «Questo governo non ci rappresenta: la vasta maggioranza degli israeliani vuole la vita e la pace, e costruire un futuro diverso. La gente in Italia e nel resto del mondo deve saperlo». (Open)

Ne parlano anche altre testate

Manifestare in Israele per “la fine della guerra” è già un mezzo controsenso se si considera che Israele non combatte una guerra che ha cominciato, ma una guerra che ha subìto. E, da mezzo, il controsenso diventa pieno considerando che l’istanza di pace dovrebbe essere rivolta a chi quella cosa, cioè la pace, non vuole: e non è davvero Israele a non volerla. (Il Riformista)

«Come mettere fine all’intollerabile bagno di sangue a cui assistiamo? Tutto, in definitiva, si riduce a questa domanda. La risposta è sul tavolo da tempo. Non occorre inventare nulla di nuovo. Ci vogliono, però, leader che abbiano il coraggio e la lungimiranza di agire di conseguenza». (Avvenire)

Che si vergogna dei proclami sull’occupazione permanente di Gaza e la deportazione dei suoi abitanti. Che vuole il ritorno degli ostaggi. (Vatican News)

A Gaza è genocidio, la sinistra parli di lotta non solo di speranza

Migliaia di persone hanno riempito ieri ogni possibile spazio dell’International Convention Center di Gerusalemme per il People Peace Summit che nell’arco di questo mese abbiamo provato a raccontare intervistando alcuni dei principali promotori. (Pressenza - International Press Agency)

Buio e silenzio in fondo al male: gli occhi di duecentodiciassette giornalisti spenti, forse ormai di più: anche loro nel silenzio della maggior parte dei colleghi europei. Se devo morire/tu devi vivere/per raccontare la mia storia, scriveva Refaat Alareer, docente di letteratura inglese, prima di essere assassinato insieme a gran parte della sua famiglia a Gaza City. (Il Manifesto)

Giovedì e venerdì – oggi 8 maggio e domani 9 maggio – si terrà a Gerusalemme la “Conferenza popolare per la pace ” della coalizione ” It’s Time “, un fronte di 50 organizzazioni per la pace e la società civile, che “lavorano insieme con determinazione e coraggio per porre fine al conflitto israelo-palestinese con un accordo politico che garantisca il diritto di entrambi i popoli all’autodeterminazione e a una vita sicura”, come lo definiscono loro stessi. (Il Manifesto)