Murgia accusa Calenda di sessismo: non c'è il cognome della sua candidata? | Approfondimenti

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Tra i candidati c’è anche Carlo Calenda, leader di Azione, che ha affisso nella capitale i volti dei suoi candidati, tra i quali c’è anche la rappresentante del Consiglio d’Istituto del Liceo Righi, Cecilia Frielingsdorf.

Cognome troppo complicato, avrà pensato lo staff Comunicazione, che quindi ha scelto di presentare la candidata soltanto con il suo nome: Cecilia.

Inevitabile lo scoppio della polemica sui social, ma a rispondere prontamente è la stessa candidata calendiana, che sul suo profilo Twitter risponde: “Gentile Michela Murgia e cari elettori, mi chiamo Cecilia Frielingsdorf. (Cagliaripad)

La notizia riportata su altri giornali

Tra i candidati che porta a Roma c’è la rappresentante del Consiglio d’Istituto del Liceo Righi, Cecilia Frielingsdorf. Ma a replicare alla Murgia ci pensa la stessa “misteriosa” Cecilia …. Murgia vs Calenda il “maschilista”. (Il Primato Nazionale)

Il primo di questi dispositivi retorici si può sintetizzare nella frase 'devo tutto a te' E ancora: "Benigni, certamente in buona fede, ai microfoni veneziani ha evocato alla perfezione. (YouTG.net)

Per semplificare la possibilità di votarmi sono stata iscritta alle liste elettorali come Cecilia Frielingsdorf detta CECILIA. Gentile Michela Murgia e cari elettori, mi chiamo Cecilia Frielingsdorf. (neXt Quotidiano)

A servirli venne il padrone in persona e Michelle riconobbe in quell’uomo un ex compagno di liceo con cui aveva avuto un flirt. Il mito della musa ispiratrice, creatura ultraterrena che nel segreto guida l’uomo alle imprese epiche, è uno dei fondamenti essenziali dell’immaginario del patriarcato. (L'Espresso)

Udite, udite sarebbe colpevole di aver ringraziato la moglie, Nicoletta Braschi, in occasione della ricezione del Leone D’oro a Venezia. Il leader di Azione sarebbe reo, secondo la Murgia, di non aver citato il cognome di una sua candidata nelle affissioni elettorali della capitale. (Nicola Porro)

A sostenere questa bizzarra tesi è la scrittrice Michela Murgia, che ha preso in esame la dedica alla moglie di Roberto Benigni al Festival del Cinema di Venezia. I maschi devono stare attenti, d'ora in poi: perché dietro un semplice "grazie" può nascondersi, in realtà, una concezione discriminatoria della donna figlia della società patriarcarle. (ilGiornale.it)