Polonia antisovranista in piazza a difesa dell'Ue

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«Io resto nell’Ue», è stato uno dei principali slogan scanditi nelle piazze gremite di Varsavia e di 30 altre città.

Lo schiaffo ai trattati ha provocato la reazione preoccupata della Commissione, esacerbando lo scontro sullo stato di diritto con i populisti che governano la Polonia dal 2015.

Questi principi sono oggi schiacciati da un potere privo di coscienza e moralità», ha scandito il promotore dell’iniziativa Donald Tusk

Protestare contro la brusca virata nazionalista impressa dalla Corte Costituzionale e cavalcata dal governo conservatore, sempre più in rotta di collisione con Bruxelles (Ticinonews.ch)

La notizia riportata su altri media

In Francia, sei mesi prima delle elezioni presidenziali, Marine Le Pen ha dato il suo “sostegno” alla Polonia. L’Europa utilizza tutti i meccanismi e gli strumenti a sua disposizione per proteggere il primato del diritto europeo e per contrastare ulteriori derive autoritarie dei governi illiberali. (L'HuffPost)

Le reazioni non sono tardate ad arrivare: la Polonia e l’Ungheria hanno immediatamente ricevuto l’avviso del congelamento dei fondi del Recovery fund. Una mossa decisa ma necessaria, come spiega la stessa Varga in quanto “alcuni Stati hanno insistito strenuamente affinché gli attivisti Lgbt fossero ammessi nelle nostre scuole”. (provitaefamiglia.it)

Tutte le sentenze della Corte di giustizia europea sono vincolanti per le autorità di tutti gli Stati membri, compresi i tribunali nazionali. In realtà, non è la prima volta che si apre un conflitto tra Corte di giustizia Ue e Corti costituzionali nazionali. (Il Riformista)

L'atmosfera è diventata elettrica dopo che una sentenza senza precedenti dell'Alta Corte polacca ha sancito il primato delle leggi polacche su quelle comunitarie. Ma questa volta lo strappo, anche se c'è stato, non sembra poter sfociare in un distacco totale tra la Polonia e l'Unione europea. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Per l'Ungheria, il difensore Miklos Zoltan Feher ha escluso qualsiasi collegamento tra violazioni dello stato di diritto e bilancio Ue, che "deve essere esaminato separatamente". Gli Stati membri hanno concordato a dicembre di attendere il parere della Corte sul meccanismo prima che la Commissione europea vi ricorra. (AGI - Agenzia Italia)

La dichiarazione di Ursula von der Leyen è importante perché affida alla parola «diritti» un significato complessivo. Al di là dei simboli e dei risvolti storici, che non sono irrilevanti, il problema sicuramente esiste. (Corriere della Sera)