No Vax minacciavano azioni violente: perquisizioni della polizia a Milano, Roma e altre città

Corriere Milano INTERNO

Dalle prime ore di giovedì mattina, la polizia sta eseguendo una serie di perquisizioni in diverse città - Milano, Bergamo, Roma, Venezia, Padova e Reggio Emilia - nei confronti di alcuni appartenenti ai movimenti No Vax che su un gruppo Telegram avevano ipotizzato di compiere azioni violente nel corso delle manifestazioni contro i provvedimenti del Governo.

Le indagini, coordinate dalla procura di Milano, sono state condotte dalla Digos e dalla Polizia Postale (Corriere Milano)

La notizia riportata su altri media

Con l'accusa di istigazione a delinquere aggravata 8 persone sono ora indagate dalla Procura di Milano che ha disposto perquisizioni nelle loro case e nei loro computer e cellulari, eseguite da Digos e Polizia Postale (Tiscali.it)

Queste sarebbero state inscenate durante manifestazioni No Vax, in particolare a quella in programma a Roma l’11 e il 12 settembre prossimo. Da stamane ci sono 8 indagati in tutta Italia, comprese Venezia e Padova, per istigazione a delinquere aggravata in una chat su Telegram nel gruppo “Guerrieri”. (Televenezia)

Ecco i messaggi che alcuni appartenenti ai movimenti No Vax si scambiavano su un gruppo Telegram e che hanno portato a perquisizioni in diverse città. Le indagini, coordinate dalla procura di Milano, sono state condotte dalla Digos e dalla Polizia Postale (Corriere Milano)

Milano sembra essere il centro logistico del gruppo, ma le perquisizioni stanno interessando anche altre città come Bergamo, Venezia, Padova, Reggio Emilia e Roma Non a caso, nelle conversazioni Telegram si parlava dell’ipotesi di colpire con azioni violente alcuni «obiettivi istituzionali». (Il Piccolo)

Le indagini, coordinate dalla procura di Milano, sono state condotte dalla Digos e dalla Polizia Postale e le perquisizioni sono scattate a Milano, Bergamo, Roma, Venezia, Padova e Reggio Emilia. (Inews24)

Dall’analisi dei messaggi pubblicati sulla chat dei “Guerrieri” è emerso che gli indagati – uno dei quali titolare di porto d’arma e già noto alle Forze dell’Ordine per la sua vicinanza al separatismo veneto – oltre all’intenzione di partecipare in massa alla manifestazione di protesta in programma nella Capitale il prossimo sabato, incitavano gli altri membri del gruppo a realizzare azioni violente nelle rispettive Province di residenza, contro non meglio precisati “obiettivi istituzionali” o approfittando della visita di esponenti dell’Esecutivo, come quella – poi annullata – prevista a Padova lo scorso 2 settembre da parte dell’On (Lanuovasavona.it)