La rivolta sul web: "Non toccate i nostri vestiti"

ilGiornale.it ESTERI

Abiti tradizionali di ogni provincia, tinte multicolori, make-up sul viso.

E via con il sospetto: «Le donne che hanno sfilato per i talebani probabilmente sono state minacciate

«Voglio informare il mondo che questa non è la cultura afghana, questa non è la nostra identità», spiegano le anti-talebane in Rete, mostrando le loro foto in abiti tradizionali dai mille colori e i capelli al vento.

«Il nero era per i funerali scrive qualcuna, che fa parte del nutrito blocco in rivolta dall'estero - Al massimo si indossava uno scialle nero, non questa gabbia». (ilGiornale.it)

Se ne è parlato anche su altri media

Ma che valore avrebbe, questo governo, se venisse riconosciuto da altri Paesi? E quali potrebbero essere i margini di intervento per la violazione dei diritti umani perpetrati in casa. (Il Sole 24 ORE)

La crisi umanitaria precede la presa del potere dei Talebani, ma la loro spallata l’ha resa più evidente e urgente. Sui muri di Kabul, inclusi quelli dell’ex ambasciata degli Stati Uniti evacuata ad agosto, campeggiano gli slogan dei Talebani. (sbilanciamoci.info)

Sponsor by. Viaggio dell’inviato di Repubblica Pietro Del Re a Mazar-I Sharif, quarta città afghana. Come in altre città del Paese, anche a Mazar-i Sharif, poche decine di donne hanno manifestato per chiedere di non essere calpestate dal nuovo regime. (TGNEWS24)

Inoltre, di recente, la Cina ha firmato un accordo di partenariato strategico con l’Iran che porterà miliardi di investimenti in Iran A mio avviso l’Isis-K è stato sopravvalutato per mostrare che i talebani sono gli unici in grado di combatterla. (TGNEWS24)

La Cia fa da eco alla Dia, con il vice direttore David Cohen intervenuto alla conferenza dell’Intelligence and National Security Alliance Shaheen ha dichiarato che “gli Usa dovrebbero sbloccare i fondi, in quanto denaro del popolo afghano. (Eastwest.eu)

I talebani sono gli stessi di sempre, ma le donne che vivono in Afghanistan no. «Voglio che il mondo sappia che questi abiti» indossati dalle donne nelle manifestazioni pro talebani «non appartengono alla nostra cultura, alla nostra identità», ha spiegato la storica all’emittente britannica (Io Donna)